Il Corriere della Sera (G. Piacentini) – Da una parte l’ufficialità del passaggio di Declan Rice dal West Ham all’Arsenal (si parla di un trasferimento da 100 milioni di sterline, circa 120 milioni di euro) potrebbe sbloccare la cessione di Gianluca Scamacca in direzione Roma. Dall’altra parte, in casa giallorossa, prende sempre più quota la pista che porta ad Alvaro Morata.

Lo spagnolo è il preferito di José Mourinho e, dopo tante chiacchiere nei giorni scorsi, la trattativa tra la Roma e l’attaccante è entrata nel vivo. Morata, che ha offerte molto ricche dall’Arabia Saudita, avrebbe dato il suo ok alla società giallorossa, pronta ad offrirgli un quadriennale da 4,5 milioni netti più bonus. Oltre all’ok dell’ex juventino, però, bisogna convincere l’Atletico Madrid e, soprattutto, capire se la clausola rescissoria è di 10-12 milioni di euro, e quindi abbordabile anche per la Roma, o di 25.

Nel secondo caso bisognerà trovare una formula che possa accontentare le due società: probabilmente un prestito con diritto di riscatto che si trasformerebbe in obbligo al maturare di determinate condizioni (gol e presenze). D’altronde anche l’amichevole di ieri mattina contro la Boreale, seppur poco probante, ha detto che la Roma ha bisogno di unnumero 9 in grado di fare meglio di quanto abbiano fatto lo scorso anno Abraham (lungodegente) e Belotti, che anche ieri è rimasto a secco.

Si è già ambientato, invece, Houssem Aouar, a segno all’esordio e al centro del gioco giallorosso, sia nel 3-4-2-1 del primo tempo che nel 4-3-3 del secondo. Un nuovo jolly, insomma, alla corte di Mou. La sua posizione in campo è stata lo spunto più interessante della prima uscita giallorossa: trequartista al fianco di Dybala nel primo tempo, mezzala nella ripresa. Un po’ il doppio lavoro che, di solito, tocca a Lorenzo Pellegrini.

“Sono un giocatore con molta ambizione. Ho anche molta umiltà ma voglio giocare sempre. So che nella Roma ci sono tanti grandi giocatori, però sono pronto per affrontare la concorrenza. È difficile parlare di me e delle mie caratteristiche, sono un giocatore di squadra e posso giocare in molte posizioni come Zidane, Totti e Iniesta: voglio diventare un grande giocatore come loro. Posso anche fare gol, ma non è esattamente il mio lavoro”.

Due anni fa Guardiola disse di lui che sarebbe diventato un crack, poi la crescita si è un po’ fermata: “Nelle grandi squadre è più facile giocare bene, negli ultimi due anni è stato difficile per tutto il Lione, non solo per me, che ero in scadenza. Quello è il passato, ora sono un giocatore della Roma e questo è il mio unico obiettivo”.