Il Messaggero (S. Carina) – Pratica, essenziale quanto basta, per regalarsi con un rigore di Dybala (giunto all’undicesimo sigillo in campionato) vittoria e terzo posto. Missione quindi compiuta: sorpasso alle milanesi e podio raggiunto che mancava dalle parti di Trigoria, a questo punto del torneo, dalla stagione 2017-18 (conclusa poi alle spalle di Juve e Napoli). Col Torino Mou dà seguito alle prove effettuate in settimana e, complice uno stato febbrile di Pellegrini più la volontà di non dare punti di riferimento ai difensori di Juric che amano giocare sull’uomo, schiera una formazione inedita: Solbakken e El Shaarawy ai lati di Dybala per un 3-4-3 che vede Llorente preferito nel tridente difensivo a Ibañez.
Un segnale importante: il tempo per Abraham e Belotti (ex di lusso, fischiatissimo e deriso: “Non ti possiamo insultare perché non ti fanno giocare”, lo striscione della curva granata) è finito. O si svegliano oppure la virata tattica è servita. Anche perché la crescita di Wijnaldum è evidente: alla fine ancora una volta figurerà tra i migliori. È chiaro che il rigore in avvio concesso dall’incerto Colombo e trasformato da Dybala certamente indirizza la partita ma è il modo in cui i giallorossi controllano il match che impressiona.
Ecco, se proprio si vuole trovare il pelo nell’uovo, è che manca un po’ di profondità. Al ballo, nella sua Torino, manca ancora il miglior Dybala anche se Paulo è l’unico che tiene il pallone. Dei due centravanti, fatti riscaldare per l’intera ripresa, si hanno notizie soltanto a 8’ dal termine quando José inserisce Abraham per Dybala. Basta il golletto di Dybala per incassare in campionato il 12° clean-sheet (17° complessivo in stagione) che sommato al sesto 1-0 e al 10° successo per corto muso, regalano all’8 aprile il terzo posto in solitaria. Così è, se vi pare.