Il Messaggero (S. Carina) – All’improvviso non vuole mancare più nessuno. Pellegrini, nonostante i colpi ricevuti a Budapest. giocherà con un’infiltrazione, Dybala, uscito stremato dopo i 68 minuti disputati alla Puskas Arena, ha dato la sua disponibilità per partire dall’inizio. Anche perché in tribuna ci sarà l’agente Antun che poi si fermerà in città per parlare con la società.
Mancini, con il morale sotto terra per l’autogol e l’errore dal dischetto che ha indirizzato inevitabilmente la gara, non si tirerebbe indietro per nulla ai mondo. Ormai nel dna della Roma c’è molto di Mourinho. Che pur consapevole delle difficoltà – fisiche e psicologiche – della squadra, non vuole trasformare l’ultimo round del campionato in una malinconica passerella, fatta di saluti e ringraziamenti.
In palio, del resto, c’è la partecipazione alla prossima Europa League che l’Olimpico, al 33° sold-out consecutivo, si augura possa essere disputata con José ancora al timone. Anche ieri il gioco a distanza tra il portoghese e Dan Friedkin non ha prodotto reali effetti. I due, entrambi a Trigoria, si sono incrociati nuovamente.
Il presidente, infatti accompagnato dal figlio Ryan, ha assistito a parte della seduta. I segnali di disgelo comunque ci sono. Era tempo che la proprietà non si affacciava sul campo di gioco. Anche perché l’impressione è che Europa League o Conference possa rappresentare una differenza per la proprietà americana. Sia a livello d’introiti quanto per un discorso legato agli sponsor, soprattutto dopo la rottura avvenuta con Digitalbits.
Battendo lo Spezia, la Roma sarebbe certa di partecipare di nuovo alla seconda competizione continentale per club. Con un pareggio o una sconfitta e se la Juventus dovesse battere l’Udinese, per i giallorossi potrebbero aprirsi le porte della Conference (sempre inattesa di eventuali decisioni della Uefa che potrebbe comunque decidere di escludere 1 bianconeri per un anno dalle competizioni europee). Meglio quindi non rischiare.