La Stampa (G.Buccheri) – La squadra che tira più di tutte continua ad avere la mira sballata e, a forza di sbagliare bersaglio, i punti non arrivano. La Roma che non sfigura al Camp Nou lo fa fra le mura di casa mai tanto fragili: il ko con la Fiorentina è il sesto in campionato all’Olimpico, un bottino tanto magro non si vedeva dagli Anni 40. I giallorossi sono apparsi un po’ stralunati, dopo il viaggio in Champions a Barcellona e in attesa del secondo tempo con i blaugrana in programma martedì sera: giocare con così poco ordine, perché nella testa c’è il pensiero di ribaltare i quattro gol subiti in Spagna, sarebbe un errore imperdonabile, visto che in tema di Champions quella da «conquistare» è la prossima, con il pass che danno i primi quattro posti in campionato.
GOL DI BENASSI E SIMEONE – Benassi più Simeone. La Fiorentina ha messo in scena una nuova prova di orgoglio e appartenenza e ora i successi consecutivi dei ragazzi di Pioli sono sei, record dell’aprile 1960 eguagliato. Nel nome di Davide Astori è nata una piccola corazzata (quasi) inaffondabile, seppur assediata. Benassi ha mandato in orbita i toscani dopo nemmeno dieci minuti e al primo assalto viola, Simeone si è regalato un capolavoro di tecnica e potenza nell’azione personale che ha mandato in fuga una squadra che non può che puntare all’Europa League. E pensare che, alla vigilia, l’assenza per squalifica del giovane d’oro Chiesa aveva fatto pendere la bilancia dei pronostici tutti dalla parte giallorossa.
VIOLA, SEI SUCCESSI DI FILA – Se i toscani volano, Roma è in affanno. Dzeko e soci (la loro voglia di rimettersi in equilibrio ha prodotto solo due traverse, di Schick e Fazio) hanno dimostrato di non saper reggere l’urto del turnover: ieri, a riposo, sono rimasti De Rossi, Pellegrini e, in parte, Kolarov e Florenzi: la coperta è sempre più corta. «Quando giochi tanto cambiare è inevitabile e questo può compromettere le prestazioni: la Juve col Benevento ne ha cambiati nove, si può perdere qualcosa in lucidità» ha detto Di Francesco. E la Fiorentina? Come è nata la svolta? «È Davide Astori la nostra forza: dopo ogni allenamento nessuno vuole andare a casa perché stare insieme e uniti è l’unico modo per non pensare a quello che è accaduto», racconta Simeone.