Tuttosport (S.Carina) – Soltanto un anno fa, Totti era reduce dal successo di Cagliari dove, seppur febbricitante, aveva guidato una squadra di ragazzini (in campo Sanabria, Paredes, in gol, Verde, autore di due assist). Ma soprattutto, al 10 febbraio, il capitano giallorosso aveva già disputato 24 gare (17 in campionato, 5 in Champions e 2 in coppa Italia) per un totale di 1580 minuti nei quali aveva segnato 6 gol (4 in campionato e 2 in Champions). Dodici mesi dopo è cambiato tutto. Il mondo si è capovolto e Totti – al netto dei suoi 39 anni – è fermo a 5 presenze (solo 2 da titolare e nessuna per 90 minuti) e un gol datato 20 settembre al Sassuolo. Per carità, i tre mesi di stop forzato dovuti all’infortunio riportato nella gara col Carpi (26 settembre) – una recidiva del ko di un paio di anni prima avuto col Napoli – spiega molto. Non tutto però.
DAL CARPI A CARPI – Perché Totti, seppur non al 100% e con una condizione da ritrovare, dal nuovo anno è tornato disponibile. Eppure sia con Garcia (23 minuti in Roma-Milan) che con Spalletti (32 minuti contro il Frosinone impreziositi dalla perla dell’assist a Pjanic che ha chiuso la gara) ha faticato a trovare spazio. Il tecnico toscano – al quale va fatto un plauso per la chiarezza con la quale argomenta le proprie tesi, senza trincerarsi come accaduto con Garcia in risposte evasive, che spesso e volentieri davano adito alle più disparate interpretazioni – ha spiegato i motivi che lo hanno portato, ad esempio, scegliere Dzeko anziché Totti nella mezz’ora finale dell’altra sera contro la Sampdoria: «A Francesco non posso chiedergli metri ma qualità. In questa partita non lo avrei messo a suo agio nel farlo entrare. E vi garantisco (rivolgendosi alla platea, ndc) che ci tengo più io a lui, di voi. Non bisogna chiamarlo sempre in campo, quando mi farà vedere che dà qualcosa in più rispetto ad un altro calciatore, perché non lo devo far giocare?». Una schiettezza che sa tanto di sentenza. Se a Totti, alla soglia dei 40 anni, si deve chiedere (giustamente) qualità anziché metri, quale sarà la partita giusta per rivederlo in campo? Anche perché per ritrovare la condizione, soprattutto a questa età, avrebbe bisogno di giocare e almeno per ora Spalletti non può permettersi il lusso di mandare un campo un attaccante non pronto.
IL FUTURO – Giugno si avvicina e con questo la decisione sul suo futuro. Che in teoria è già stata presa. Totti, bandiera vivente, si sente ancora un calciatore. Lo ha fatto presente a Pallotta che a parole gli ha dato carta bianca nel continuare. Bisognerà capire però che spazio potrà ritagliarsi nella squadra del prossimo anno. Non un dettaglio.