Il Giornale (F.Malerba) – A meno di una settimana di distanza l’1-1 di Marassi contro il Genoa fa ancora più male: la Roma, con una formazione tarata sull’appuntamento decisivo di martedì, in Champions col Qarabag, archivia in una mezzoretta la pratica Spal e si mangia le mani. Il campionato è ancora lunghissimo, certo, e tuttavia sedersi davanti a Napoli-Juventus con quei due punti in più avrebbe avuto un altro sapore. Ma piangere sul latte versato come è noto non serve a nulla, e se non altro i giallorossi hanno avuto il merito di voltare subito pagina. Cosa che prima di tutti aveva fatto la curva sud, compatta nello schierarsi a fianco di Daniele De Rossi con i cori e con uno striscione emblematico: «Sangue romano, DDR nostro capitano». Il numero 16 in campo non c’era perché appiedato dal giudice sportivo, mancano pure Nainggolan a cui Di Francesco ha concesso un turno di riposo e Perotti che nella notte di giovedì è rimasto coinvolto in un tamponamento da cui per fortuna è uscito incolume, a differenza della sua Porsche.
Si pensava che potesse essere la volta buona per vedere Schick dal 1’ e invece nel tridente c’è Ünder. C’è soprattutto Dzeko, che in campionato non segnava da due mesi esatti (ultima rete alla 7ª giornata col Milan a San Siro) e che fa capire di aver digiunato a sufficienza. L’unica sliding door di una partita a senso unico è un colpo di testa di Paloschi (alto) dopo 4’, poi la Roma si mette a giocare e cinque minuti dopo arriva l’episodio che le spiana la strada verso la vittoria: Dzeko fila verso Gomis provando a entrare in area dallo spigolo sinistro, Felipe lo stende e l’arbitro Abisso estrae il cartellino giallo. Ma prima che la punizione dal limite venga battuta gli uomini del Var lo avvisano che secondo loro si trattava di chiara occasione da gol, per cui il giallo diventa rosso e il match si colora di conseguenza. In un primo tempo in cui gli capitano sei palle gol tutte insieme Dzeko si sblocca al 19’ infilando quella più difficile con un diagonale di sinistro che è un colpo da biliardo, passa in un pertugio tra Gomis e il palo e dopo averlo baciato si accomoda in rete.
Il portiere della Spal nega il raddoppio a Manolas ma poi si inchina di nuovo quando, dopo aver respinto un tiro di Pellegrini, il tacco geniale di El Shaarawy regala il comodo 2-0 a Strootman: è il 32’ e in tribuna stampa già si inizia a scrivere perché è chiarissimo che i ferraresi non ne verranno più fuori. Ad affossarli ulteriormente ci pensa Pellegrini che in avvio di ripresa firma il 3-0 incornando un cross di Kolarov, e neppure l’ennesima amnesia di Manolas riesce a rianimarli: il greco regala un altro rigore trattenedo Mora, Viviani lo segna ma l’arbitro fa ripetere, poi ci riprova con uno scavetto che Alisson devia sulla traversa ma l’ex romanista si fa perdonare scaraventando in porta la ribattuta. Il punto della bandiera è un fuoco di paglia, da lì in avanti le uniche note riguardano qualche altro gol fallito dalla Roma e soprattutto i cambi: entra finalmente Schick, che va a fare l’ala destra al posto di Ünder lasciando l’impressione che non sia questo il suo ruolo, e poi si rivede Emerson Palmieri a sei mesi dalla lesione del crociato. Anche Kolarov, che fin qui ha tirato meravigliosamente la carretta, presto potrà finalmente tirare il fiato.