La Repubblica (M. Pinci) – Un’indagine difensiva interna. Che somiglia molto, a una caccia alle streghe. Dopo l’esplosione del sexgate la dirigenza della Roma è sull’orlo di una crisi di nervi. E nel tentativo di venirne fuori si agita in modo quasi sguaiato. Per cercare di capire se qualcuno dei dipendenti del club abbia contribuito a diffondere informazioni sui licenziamenti dei due dipendenti vittime della diffusione di un video hard che li riguardava.

Sulle email dei dipendenti è arrivata, senza preavviso, una lettera. “Citazione per un colloquio investigativo“, si legge nell’oggetto. Una convocazione firmata da un noto legale della capitale, a cui la Roma ha affidato un compito:”Svolgere attività investigativa” per indagini difensive: lo prevede il Codice di procedura penale, per chi ritenga di poter essere indagato. La Roma o un suo dirigente pensano di esserlo. E chiedono di ascoltare i dipendenti come “persone informate sui fatti”.

Lo scandalo che da giorni imbarazza la società è anche sul tavolo del procuratore federale Chinè, che domani ascolterà Vito Scala e un calciatore 18enne straniero della Primavera.