Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Se la fase difensiva della Roma ha fornito, durante la stagione che si è appena conclusa, numeri interessanti e tutto sommato positivi, lo stesso non si può dire dell’attacco. O meglio, della fase offensiva, che non ha garantito un rendimento all’altezza rispetto all’annata precedente. Nel 2016-2017, con Spalletti, i gol in campionato furono addirittura 90 (solo il Napoli di Sarri, con 94, fece meglio). Quest’anno ci si è fermati a 61: ben 29 reti in meno. Quelle, per intenderci, che hanno consentito a Icardi e Immobile di vincere, a pari merito, la classifica cannonieri. Tantissime. Ciò evidenzia una lacuna importante.
Lo ha riconosciuto anche lo stesso Eusebio Di Francesco, premiato recentemente al Circolo Canottieri Aniene. Davanti la Roma ha reso poco, avrebbe dovuto e potuto fare molto di più. 61 gol significa essere soltanto il quinto attacco del campionato, alle spalle di Lazio (89), Juventus (86), Napoli (77) e Inter (66). Persino i nerazzurri, che sul piano del gioco hanno spesso arrancato e latitato, si ritrovano a fine anno con più reti all’attivo dei giallorossi. I sigilli complessivi in stagione sono 83 in 51 partite: uno ogni 55 minuti. Ciò vuol dire che non sono bastate 13 partite in più (le 12 giocate in Champions e l’unica disputata in Coppa Italia) per eguagliare i soli gol messi a segno in Serie A da Juve e Lazio. Abbastanza preoccupante. Il discorso riguarda gioco e uomini. Non solo gli attaccanti. Relativamente al campionato, il centrocampista giallorosso con più marcature è Radja Nainggolan, a segno 4 volte. Il miglior realizzatore della Juve, nel ruolo, è invece Khedira con 9 reti, seguito da Pjanic con 5. Nel Napoli c’è Hamsik con 7 (poi Zielinski e Allan con 4) e nella Lazio c’è un certo Sergej Milinkovic-Savic che da solo ha spedito in porta addirittura 12 palloni.
Nemmeno le punte, va detto, hanno brillato particolarmente. Eppure il pacchetto iniziale di 6 uomini, nonostante la partenza di Salah e il mancato arrivo di Mahrez, sembrava assai competitivo: Schick, Under, Dzeko, Defrel, Perotti, El Shaarawy. Tecnica, qualità, freschezza, velocità, esperienza. Non tutto però è andato per il verso giusto. Edin Dzeko ha di nuovo guidato e trascinato il reparto: 24 gol in tutto, 16 in campionato e 8 in Champions League. In Serie A, il bosniaco ha però abbassato notevolmente il suo score rispetto allo scorso anno, con 13 reti in meno. Meglio dell’ex City, oltre a Icardi e Immobile, hanno fatto anche Dybala (22), Quagliarella (19) e Mertens (18). Impossibile, tuttavia, prendersela con l’unico che la porta l’ha vista con regolarità. Sono gli altri ed esser mancati all’appello, tanto che non c’è (in tutta la stagione) un secondo romanista capace di andare in doppia cifra. Juve, Inter e Napoli vantano, soltanto in campionato, almeno due elementi ad aver toccato quota 10 reti, la Lazio addirittura tre. La Roma, dietro Dzeko, ha El Shaarawy (9 gol totali). Poi Perotti e Under (8). Gli altri due attaccanti? Praticamente non pervenuti: 3 gol in 1281’ per Patrick Schick, un solo acuto (su rigore) in 644’ per Gregoire Defrel. E’ evidente che per migliorare si debba intervenire qui. Aggiungendo qualità e lavorando di squadra per poter rendere la Roma più incisiva e prolifica.
LEGGI “LA ROMA CHE VA“