Il Tempo (T. Carmellini) – Novanta minuti di sofferenza, gli ultimi. Poi la gioia, liberatoria che rimette la Roma dove doveva stare sin dall’inizio, centrando quell’obiettivo minimo che era nei programmi. Dopo i 143 dolorosissimi minuti di Budapest, alla Roma ne servono altri 105 per domare uno Spezia che aveva assaporato la permanenza in A, ma che dopo questa sconfitta dovrà giocare lo spareggio contro il Verona per poter rimanere nella massima serie.

L’ultima di campionato per la Roma invece vale la prossima Europa League a prescindere da cosa succederà nel processo Juve, a prescindere da tutto. Resta un ultimo tassello, definire il futuro del tecnico portoghese che ieri era fuori per squalifica ma che ha lasciato il segno sulla serate sull’intera stagione giallorossa come ampiamente dimostrato da un Olimpico che gli ha reso il meritato omaggio. Striscioni, cori, tutti sono con lui: e c’è poco altro da aggiungere, difetti caratteriali e spigoli a parte. Ma per continuare con lui la società dovrà mettere mano al portafogli, il portoghese lo ha detto chiaramente davanti al mondo intero.

La serata di chiusura, invece, porta bello grosso il nome di Dybala, vero uomo in più di questa squadra, luce del gioco e autore del gol che cambia tutto. Ancora una volta, ancora lui: Roma lo ama. Il popolo giallorosso ha accusato il colpo ma è riuscito a trasformare la delusione di Budapest in nuova energia e quanto visto ieri sera all’Olimpico l’ennesimo sold out stagionale sta li a dimostrarlo. Striscioni di amore per Mourinho che i romanisti vorrebbero restasse nella Capitale, ma anche contro l’arbitro Taylor ormai catalogato tra le cose negative della storia giallorossa.

La serata parte in salita, Bourabia avventa un tiro dalla distanza, la traiettoria è larga sulla destra di Svilar dove Nikolaou incoccia per l’incredibile vantaggio dello Spezia. La Roma accusa il colpo ma resta in partita e inizia la sua manovra di accerchiamento. La pressione cresce, lo stadio spinge e la squadra di Mourinho diventa sempre più pericolosa. Al quarto d’ora El Shaarawy centra la traversa e fa salire a 32 il numero di legni colpiti dai giallorossi in stagione. Poi ci prova Pellegrini da fuori, quindi Dybala con uno deisinistri a rientrare, ma a sbloccare la Roma alla fine ci pensa Zalewski (42′). Tiro-cross del giovane esterno, Bove tenta il colpo di testa, non ci arriva ma il suo movimento inganna Dragowski che vede la palla passare e gonfiare la rete: 1-1 e Olimpico in delirio.

C’è tutta la stagione giallorossa in questa ripresa giocata praticamente a una porta. I giallorossi ci provano da tutte le parti, Maresca nega un rigore discutibile su Dybala, si rompe Abraham. La svolta arriva all’89esimo quando El Shaarawy va a terra in area: stavolta Maresca non ha dubbi e indica il centro dell’area. Sul dischetto va Dybala e l’Olimpico diventa muto per trenta secondi prima dell’esplosione che vale una stagione. Gli otto minuti di recupero, diventano dieci ma la serata ormai è andata e la Roma fa festa. Meritata…ma che fatica!