Pagine Romaniste (L. Cacciatore) – Ad inizio stagione sarebbe stato difficile immaginare la Fiorentina davanti alla Roma dopo otto giornate di campionato. Parliamo di soli tre punti di distacco, ma per raggiungere gli obiettivi stagionali dei giallorossi – in primis il posizionamento in Champions – scalare la classifica vuol dire anche dimostrare la propria superiorità contro squadre che al massimo ambiscono al posizionamento in Europa League.  Ed è il caso della Viola. Affrontare la squadra di Palladino oggi, per la Roma equivale a guardarsi con schiettezza allo specchio, sondando il proprio effettivo livello.  

Entrambe le squadre tornano in campo dopo il match del giovedì di Europa League, e lo fanno con una galvanizzante vittoria in tasca. Anche in Serie A, le non convincenti prestazioni di inizio stagione accomunano il percorso delle due compagini. 

Diverse però le scelte intraprese dalle rispettive società nei confronti di due allenatori messi subito in discussione dal tritacarne mediatico: De Rossi è stato messo alla porta forse prematuramente, mentre Palladino ha avuto miglior sorte, e la fiducia riconosciutagli sembra aver sortito effetto.  

 LA RINASCITA VIOLA

La Fiorentina oggi sembra una squadra rinata dopo un esordio stagionale balbettante. La partita della svolta è stata senza dubbio la vittoria casalinga contro il Milan prima della sosta per le Nazionali. Un match che ricorderemo per i rigori parati in serie dalla piovra De Gea, ma anche per l’esordio rivelatore di Yacine Adli, autore di un gol sontuoso proprio contro la sua ex squadra. A proposito di ex, tra gli uomini simbolo di questa Viola va menzionato Edoardo Bove, un centrocampista che più di qualcuno rimpiange a Trigoria. 

Numeri alla mano l’attacco viola non dovrebbe rappresentare una reale minaccia per la difesa romanista, perché a eccezione della goleada contro il Lecce nell’ultimo turno di Campionato, la finalizzazione è stata finora la vera nota dolente della Fiorentina.

I dubbi di formazione per Palladino riguardano il centrocampo – ballano infatti due nomi tra il già menzionato Adli e Sottil – e l’attacco, con la speranza di poter schierare dal primo minuto Moise Kean, dopo il brutto colpo subito alla caviglia contro il Lecce. 

AMARCORD

Riavvolgiamo il nostro a un anno lieto per la Roma: stagione 2000-01, allenava Capello e – neanche a dirlo – a fine anno si festeggerà lo storico terzo scudetto giallorosso. Eppure, in quell’anno proprio al Franchi, i futuri campioni d’Italia subirono una sconfitta che, per quanto indolore col senno di poi, rianimò per un momento le speranze delle inseguitrici. Era il 9 aprile e a fine gara il tabellino recitava 3-1 per la squadra all’epoca allenata da un certo Roberto Mancini e guidata dalle corse di Chiesa; Enrico ovviamente.