La rivoluzione. Non solo moviola in campo: il calcio si dà nuove regole

calcio

La Stampa (G.Zonca) –  Se il calcio voleva darsi una mossa dopo il pantano degli scandali Fifa ci è riuscito. In due pomeriggi una rivoluzione dopo anni di dubbi. La Ifab, gli otto templari delle regole del pallone, hanno racchiuso in 12 mila parole cambi immediati sul fronte di regolamenti: non stravolgono, ma accompagnano il gioco in un’era di fair play più consapevole. Agli Europei di giugno sarà possibile espellere prima della partita in caso di liti nel tunnel e gli infortunati potranno ricevere i primi soccorsi sul campo. Forse così il medico del Chelsea Eva Carneiro, accusata da Mourinho di perdere tempo, non sarebbe stata cacciata. Di certo a marzo verrà votata la moviola in campo, così, di colpo, dopo decenni di chiacchiere. Via sperimentale e prove nella coppa olandese poi tutto diventerà ufficiale e pure nostrano. Potrebbero persino ritrovare ascolti i moribondi dibattiti in tv. La terza fase può addirittura cambiare questo sport con le sostituzioni a tempo. Se ne parlerà ancora prima di contare i consensi, ma con questo passo dimenticatevi i tempi biblici a cui si era abituati. E preparatevi.

Occhio di falco: arbitro alla tv che aiuta il collega in campo – Il test lo hanno fatto in Olanda e per quasi due intere stagioni. Un furgoncino parcheggiato nell’antistadio con la regia mobile, otto televisori per vedere le differenti angolazioni e un arbitro davanti agli schermi per valutare il replay. Nella simulazione l’arbitro esterno annotava la casistica in un file, nella realtà comunicherà in tempo reale con il collega in campo. Dettagli da definire, ma casi in cui chiamare l’occhio (meglio gli occhi) di falco circoscritti solo a quattro possibilità: assegnazione di un gol, di un rigore, espulsioni e scambi di identità. Per le altre azioni, valgono i metodi tradizionali. E nel voto al congresso di inizio marzo saranno definiti meglio i parametri per evitare di perdere troppo tempo.

Con il cartellino arancione stop temporaneo di 10 minuti – Con le sospensione a tempo si entra nell’avanguardia vera. Un conto è parlare di moviola dopo anni in cui, di fatto, l’arbitro riceve segnalazioni via auricolare. Senza la voce della coscienza Zidane sarebbe rimasto in campo nella finale dei Mondiali 2006, il direttore di gara non ha visto la testata, ha avuto una dritta. Il replay istantaneo è la naturale conseguenza. Invece il board, ormai spericolato, affronta l’ignoto, l’ipotesi di un cartellino arancio che lasci la squadra in 10 solo per un po’. Potrebbe scattare per gli insulti (se non reiterati) o per i falli non violenti che intralciano azioni importanti. Non si vota subito serve un protocollo scritto da valutare a marzo, si parte dai 10 minuti di stop. Fare i furbi diventa più difficile.

Quarta sostituzione nei supplementari: manca l’unanimità – Nel sacco delle abitudini da rottamare entra anche il vincolo delle sostituzioni. Come per le sospensioni temporanee il voto non è in programma per forza a marzo però potrebbe pure essere inserito nell’ordine del giorno. Non servono grosse prove per decidere se aggiungere un cambio in caso di tempi supplementari: si passerebbe a quattro, senza obbligare i tecnici a spremere tutto anche dagli zoppicanti per poi potersi concedere un uomo fresco nella mezz’ora più difficile. Qui la difficoltà non sta nella stesura della regola e nei dettagli che servono per considerare il giudizio ma dal fatto che tra gli otto saggi non c’è unanimità sull’argomento. Servono sei voti per un’approvazione.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti