La Repubblica (S. Scotti) – Se le persone si valutano dal tempo che danno, qui sono bastati appena 270 minuti. Un tempo piccolo, ma sufficiente per diventare grande. Ed è vero che bisogna sempre vedere qualcosa di nuovo per guardare avanti, ma De Rossi alla Roma ha già dimostrato di non essere una bandiera scesa dalla tribuna a uso e consumo di un Olimpico di nuovo vivo. Sempre dalla stessa parte mi troverai. È carismatico, ha passione e fascino, e anche se ha seminato il passato di ricordi, sa da sempre che il suo destino è lavorare per il futuro. Aveva chiesto un possesso di palla non sterile. Detto, fatto: mai parlare a vuoto, c’è qualcosa di più inutile delle cose già dette? Il gioco è più veloce, verticale, efficace. Ci sono tracce di calcio. Ha conquistato i giocatori: Pellegrini è uscito tra gli applausi, chi li aveva sentiti da inizio stagione? Un gol in un minuto, tre nelle tre partite dall’addio a Mourinho, Verona-Salernitana e ieri Cagliari, può essere anche un caso, ma se si aggiunge l’assist per il primo dei due gol di Dybala viene il sospetto che De Rossi abbia almeno toccato le corde giuste.