La qualità nel trio offensivo di Mourinho e l’occasione offerta dal calendario

La Repubblica (P. Condò) – Le prime giornate di campionato hanno in comune con le ultime la preminenza del risultato su ogni altra considerazione. Se nei finali il perché è intuitivo, nelle partenze il peso dei tre punti attiene alla sfera psicologica: il gioco può latitare perché le squadre vanno ancora componendosi — non criticheremo mai abbastanza la chiusura del mercato fissata dopo quattro turni — ma proprio per questo l’importanza di un risultato strappato in qualche modo diventa capitale

Per ora, al lordo della differenza di peso delle rispettive avversarie, la partenza più efficace è stata quella del Milan, distratto in difesa ma letale in attacco; quella più bella appartiene alla Roma, che ha segnato davvero poco rispetto al volume di occasioni prodotte; quella più significativa riguarda la Lazio, che ha vinto una partita dopo averla praticamente perduta.

Si diceva che la Roma di sera è stata la squadra più bella, perché il trio offensivo di altissima qualità, alimentato da un Pellegrini in versione centrocampista puro, ha divertito disegnando nei grandi spazi concessi dalla Salernitana triangoli frequenti e fantasiosi, tutti conclusi però da un tiro sfortunato, impreciso, sbilenco.

Zaniolo soprattutto è stato uno spettacolo di potenza e proiezione dritto per dritto verso la porta: almeno tre le palle-gol mancate, ma continuando ad arrivare così nell’area avversaria non le mancherà sempre. Dybala ha assecondato lo stato di grazia fisico del compagno, servendolo bene sulla corsa e sfiorando in proprio almeno due gol; Abraham si è adeguato ai movimenti dei compagni pensando a portare via uomini durante i contropiede e ponendosi nelle condizioni di poter sfruttare un rimpallo.

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