Il Corriere Della Sera (M.Colombo) – Strapagati, qualche volta sopportati, nella migliore delle ipotesi corteggiati. In ogni caso provvisori. È lo strano destino dei grandi numeri 9 della serie A: un tempo erano la stella polare dello spogliatoio attorno a cui costruire la squadra. Ora, nell’epoca di fair play finanziario, opcion de recompra e clausole rescissorie, il centravanti è come la donna: mobile. Che siano prolifici o solo un peso per il bilancio, le punte delle prime in classifica sono in preda, come diceva la canzone, a felicità a momenti e futuro incerto. Alvaro Morata non ha fatto in tempo a mettersi in euro-vetrina spaccando la difesa del Bayern Monaco e subito i padroni del vapore di Madrid (che hanno la facoltà di riacquistare in estate lo spagnolo a una cifra fra i 20 e i 30 milioni a seconda delle presenze), attraverso Emilio Butragueno, hanno fatto notare: «Morata fa parte della famiglia Real». A Torino, i dirigenti — pur consapevoli del rischio di perdere il giocatore — sperano che Florentino Perez dopo che avrà contato tutte le superstar che ha in rosa eviti di aggiungere l’ennesima figurina all’album. De Laurentiis ha il più forte di tutti, Gonzalo Higuain, già autore di 29 reti in questo campionato. Se dipendesse dal presidente dei partenopei, l’argentino non si sposterebbe da Napoli, blindato dalla clausola di 94 milioni e 736 mila euro e legato da un contratto fino al 2018. Problema: nonostante le buone intenzioni, i colloqui per il rinnovo con il fratello-agente del Pipita non sono ancora incominciati. «È coperto da una super-clausola ma la mamma dei cretini è sempre incinta» ha dichiarato ADL lasciando intendere che dietro un’offerta monstre (il Manchester United e il Bayern Monaco alla finestra) difficilmente potrà trattenere l’argentino, a caccia dell’ultimo contratto ricco della carriera.
Edin Dzeko ha riempito l’aeroporto quando è sbarcato a Roma: peccato che poi, a dispetto di un ingaggio da 4,5 milioni, abbia latitato nei tabellini dei marcatori (solo 7 gol in serie A). Spalletti che predilige l’attacco leggero lo ha lasciato a intristirsi in panchina: ovvio che il bosniaco per rimanere a Roma ora chiede considerazione da titolare. In caso contrario in Premier tornerebbe di corsa. Il precario dell’area di rigore nerazzurro è Mauro Icardi, capitano dalla leadership annacquata. A parole è incedibile, punto fermo dell’Inter che verrà: i fatti dicono però che senza la qualificazione alla prossima Champions League il suo sacrificio si renderà necessario per consentire a Thohir di rientrare nei parametri del fair play finanziario e evitare di incorrere in sanzioni Uefa. Il suo nome è finito sui taccuini di Mourinho e Simeone. Il Milan si gode Carlos Bacca, una delle poche note positive della scombiccherata annata rossonera. Finora ha segnato 14 gol e con Luiz Adriano forma una coppia stimata dal presidente Berlusconi e dall’ad Galliani. Offerte non sono pervenute, in compenso sarebbero in arrivo osservatori del Bayern Monaco per visionare il colombiano. Efficace sotto porta ma spesso assente dal gioco di squadra. Davanti a un’offerta irrinunciabile (cioè superiore ai 30 milioni spesi) può partire. Felicità a momenti e futuro incerto, appunto.