Corriere della Sera (G. De Carolis) – La partita degli ex non ha il sapore dell’amarcord, né del volemose bene. La prima volta di José Mourinho contro l’Inter e di Edin Dzeko avversario della Roma è un incrocio pericoloso, lo spazio per i ricordi è un capitolo striminzito in una storia andata troppo in là.
I nerazzurri viaggiano verso la vetta della classifica, precisi e implacabili, la Roma prova a capire se stessa, cos’è e quale strada imboccare, se della risalita o dello sprofondo giallorosso. Mou per l’occasione ha preferito il silenzio. Ha proferito verbo, dopo la vittoria sul Torino: “L’Inter è la mia storia”.
Una storia speciale per l’allenatore del triplete 2010 che vive in un mondo rovesciato, costretto a combattere con l’emergenza per le assenze di Pellegrini, Felix, El Shaarawy, Karsdorp e Abraham: fuori per motivi diversi, con l’unica buona notizia del ritorno di Villar, uscito dal Covid. Defezioni che potrebbero costringere lo Special One a disegnare una squadra con il 3-5-2.
Riflesso nello specchio vedrà lo stesso modulo di Simone Inzaghi, in piena ricorsa alla vetta. Per il tecnico nerazzurro la Roma significava derby fino a sei mesi fa, oggi è un’altra avversaria da schiacciare sulla strada per il ritorno in testa, con la scia di Milan e Napoli già presa.
“Quella con la Roma è la partita più importante di questo ciclo, dobbiamo fare una partita molto attenta. La sfida con Mourinho? Sarà un piacere incontrare l’allenatore del Triplete“, l’omaggio di Inzaghi. L’Inter in valigia non porta fiori, si presenta con il miglior attacco della serie A (36 gol), una difesa imbattuta nelle ultime tre uscite, un animo fortificato da otto vittorie in dieci incontri e un distacco dal Napoli capolista ridotto da 7 a 2 punti in tre turni.
Se Roma piange per gli infortuni, Inzaghi non ride. La difesa è senza De Vrij e Ranocchia, recupera al fotofinish Bastoni, ma il tecnico deve decidere se scegliere D’Ambrosio o puntare su Dimarco, un vero testa a testa. A spostare la sfida dell’Olimpico, tutto esaurito, rischia di essere al solito l’attacco. Il ritorno di Dzeko è un colpo al cuore. Il centravanti in sei stagioni ha lasciato il segno, con 260 presenze e 119 gol. Con l’Inter ha segnato 7 reti, tante quante ne aveva realizzate nell’ultimo campionato.