La Repubblica (M. Panara) – Il settore delle costruzioni è un pezzo importante dell’economia romana. Non glorioso purtroppo, ma pesantissimo sul Pil della capitale. E’ anche il settore che ha sofferto di più. L’epoca dei quartieri che nascevano come funghi è terminata, il rilancio non può venire (per fortuna) rinverdendo la tradizione palazzinara. Ma ci sono opportunità di altro genere. La più importante è il risanamento delle periferie e la riqualificazione del patrimonio edilizio del tessuto urbano. Aspettiamo con ansia un piano serio e sostenibile. In attesa ci sono due grandi progetti che se partissero potrebbero creare lavoro e risvegliare la città: il primo è l’aeroporto di Fiumicino. Gli in investimenti sono stati programmati e promessi, è ora di partire. L’incendio di maggio è stato un campanello d’allarme: rinvii non sono più ammessi.
Il secondo è lo stadio della Roma, un investimento privato di 1,5 miliardi di euro per un progetto che, a detta del presidente giallorosso James Pallotta darà lavoro a 12mila persone. Il Comune sta facendo le ultime valutazioni e poi la regione avrà sei mesi per le sue. Ci auguriamo che siano da una parte e dall’altra le più rigorose possibile, quello che non ci auguriamo è che a prevalere siano la solita tentazione del non fare, la paura della modernità, il gioco dei veti incrociati e degli interessi contrapposti.