La Nord cita Shakespeare, la Sud tifa fino all’ultimo

Il Tempo (S. Pieretti) – Il derby è sempre il derby. E’ un’emozione che dura un giorno intero e che contamina le settimane successive. E allora, ecco il racconto di un pomeriggio da batticuore che ha avvolto la Capitale fino a notte fonda. La Lazio entra in campo accolta da una tempesta di bandiere biancocelesti che sventolano al cielo, la Roma arriva due minuti dopo accompagnata dall’ovazione della Curva Sud occupata dal popolo giallorosso.

La sorpresa è dietro l’angolo e arriva quando lo speaker dell’Olimpico annuncia la presenza dell’ex tecnico Sven Goran Eriksson: uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due coppe Italia, due Supercoppe Italiane: c’è abbastanza per poter ricordare il momento d’oro della Lazio di Cragnotti, tra nostalgia, sorrisi e qualche lacrima. L’allenatore svedese va sotto la Curva Nord a ricevere gli onori di una carriera fantastica.

Le note di My Way si liberano nell’aria, lo stadio si colora di bandiere, le luci degli smartphone sono tante piccole stelle che appaiono al tramonto sulla Capitale. La Curva Nord si veste a festa, con una citazione dell’Enrico V di Shakespeare: “Eh no, mio caro cugino; se è destino che si muoia, siamo in numero sufficiente a costituire per la patria una grave perdita; e se siamo destinati a sopravvivere, meno siamo e tanto più grande sarà la nostra parte di gloria. In nome di Dio, ti prego, non desiderare un solo uomo in più di quelli che siamo”. E poi l’enorme striscione piazzato a ridosso della vetrata, sotto la grande scenografia: “Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli”.

La partita ha inizio, e poco dopo in Curva Sud compare lo striscione che celebra il compleanno di Carlo Mazzone. “Non bisogna solo vincere per essere ricordato dal tuo popolo sarai sempre omaggiato, Auguri Sor Carletto, simbolo di tutti i papà romanisti”.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti