Il Messaggero (S. Boldrini) – L’Ungheria che sabato ha superato 1-0 l’Inghilterra secondo il sito specializzato Transfermarkt ha un valore di mercato di 106,75 milioni di euro: Jack Grealish, per rendere l’idea, il 5 agosto 2021 fu pagato 117 milioni dalManchester City per prelevarlo dall’Aston Villa. Eppure la nazionale dove sgambetta Grealish ha perso con la banda di Marco Rossi: una buona ragione per non scendere in campo stasera a Cesena con la puzza sotto il naso. L’epopea della grande Ungheria che si dissolse dopo la rivoluzione mancata del 1956 appartiene al passato, ma la squadra attuale è riuscita a mettersi alle spalle decenni di delusioni e di batoste. Nella prima edizione della Nations League la nazionale magiara si ritrovò in serie C. Dopo due promozioni di fila, è nel gruppo delle grandi. Quest’Ungheria è un contenitore di molte storie.
Loic Nego, 31 anni, esterno destro, tra i migliori contro l’Inghilterra, nasce a Parigi, cresce alla periferia della capitale francese, è di fede musulmana e dopo aver fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, Under 20 compresa, nel febbraio 2019 diventa cittadino ungherese. L’8 ottobre 2020 debutta con la selezione magiara contro la Bulgaria. Una vita movimentata, quella di Nego, anche a livello di club. Parte dal vivaio del Nantes e nel 2011 viene acquistato dalla Roma.
In giallorosso viene collocato nella Primavera e non riesce a trovare mai spazio in prima squadra. Nel gennaio 2013, passa allo Standard Liegi. Dopo sei mesi, il trasferimento all’Ujpest. Viene prestato al Charlton, ma dopo sei mesi torna in Ungheria e il 31 agosto 2016 c’è la cessione definitiva, al Mol Fehérvàr, ex Videoton. Nego trova finalmente pace. Nel 2018 viene premiato miglior giocatore del campionato