La Joya dei romani: “Sono qui per vincere”

Il Messaggero (S. Carina) – Per una volta non gli serve la Dybala mask. Gli basta lo sguardo. Fermo, risoluto, pungente di chi vuole alimentare l’entusiasmo (“Quando mi ha chiamato Mourinho ho chiesto cosa puntavamo a vincere”) senza illudere nessuno (“Scudetto? È presto per parlarne, ci sono squadre più attrezzate di noi»). Per poi, ribadire nella stessa frase: “Ma io voglio vincere“. Quel verbo tanto caro a José trova in Paulo il naturale compimento. Del resto Special chiama Special.

Si sono cercati, conosciuti, trovati e alla fine piaciuti. Subito. Da quell’abbraccio prolungato ad Albufeira, il giorno dell’arrivo di Dybala in hotel dopo 5 ore trascorse a Faro per le visite mediche, è come se l’argentino si fosse sentito immediatamente a casa. Una necessità – quella di sentirsi importante e al centro di un progetto, subito esaudita. Lo si capisce quando gli viene chiesto di quanto accaduto con la Juventus: “Nell’ultimo anno ho fatto bene come gol, assist e non solo, vedendo i numeri e considerato quanto sono stato infortunato

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