Il Messaggero (A. Angeloni) – La presentazione da ritiro fila liscia tra sorrisi e «forza Roma», anche di Norman e Lippie, che parlano poco l’italiano ma già sono calati nella parte. Sul palco del centro di Pinzolo, tutta la squadra, vecchi e nuovo, Iago Falque. Totti ha voglia di scherzare, fa gruppetto con Maicon e De Sanctis e stuzzica l’amico Morgan, «purtroppo per te sarà l’ultimo anno, il prossimo lo vivrai tra loro (indicando i tifosi, ndr)». Poi il capitano, cha ha ricomprato per diecimila euro la sua maglia messa all’asta per Roma Cares, ha ricordato la sua vena da derby. «Il più bello? Quello dello scudetto. I gol del derby dell’anno scorso? Belli per me, ma sono stato aiutato dalla squadra. Nel ritorno ho fatto solo le magliette…». Garcia poi, prende la parola ma non sembra il solito brillante Rudi. Questa è la sensazione, al di là delle sue parole sempre pensando all’obiettivo: vincere. «Questa squadra ha fatto due secondi posti. Siamo più o meno gli stessi, è arrivato solo Iago Falque, che mi rende felice e ci darà tanta qualità. La maggioranza del gruppo resterà qui e porterà la Roma in alto». Super osannati Yanga Mbywa, Iturbe per ovvi motivi, più Strootman e Castan, che già in mattinata si era presentato in sala stampa. Applausi per tutti, comunque.
IL BRASILIANO RILANCIA – La sostanza va oltre la forma: basta parlare della malattia, basta considerare Castan un atleta a rischio carriera, uno da accogliere sempre con la pacca sulla spalla perché ritenuto in difficoltà. Si avverte un dolce desiderio di normalità. «Voglio tornare a dar fastidio ai tifosi avversari», così Leo, invece, vuole guardare al futuro. Perché quel “dare fastidio” significa anche beccarsi qualche insulto dagli spalti. Questo sarebbe il vero ritorno alla normalità, a quella vita da atleta che senti addosso solo quando sei in campo, nella competizione. Castan così vuole sentirsi vivo. In partita. Fa piacere il tweet di Del Piero («ben tornato, faremo il tifo per te»), lusinga il sapere di non essere stato mai solo e che tutti adesso ti sorridono e ti aspettano, ma ora la professione è avanti, comincia un’altra sfida. «L’obiettivo è tornare per la prima di campionato. Se ci sono quaranta partite, io ne voglio giocare quarantacinque», il suo comandamento. «Ringrazio Dio per avermi dato la forza, ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino, e sono tantissimi. Ho ripreso a lavorare con serenità e Norman, il nuovo preparatore, è la persona giusta per questa nuova fase della mia carriera».