La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Uno ha festeggiato il gol di El Shaarawy abbracciando un raccattapalle a caso, in attesa di farlo in modo anche più intenso con la sua “gang di banditi”. L’altro dopo il 2-1 che ha scacciato via i fantasmi si è messo il dito sul naso, a voler zittire le chiacchiere di qualcuno che parla troppo. Se Mou vuole davvero che la Roma diventi una gang di banditi, Dybala è lì pronto a raccogliere l’invito.
Banditi del pallone, ovviamente, metafora calcistica per indicare la strada che deve portare una squadra ad avere il carisma dei vincenti. “E’ stata colpa nostra, non abbiamo chiuso la partita, aprendo la porta – dice Mourinho – Di solito nasci bandito, non lo diventi. Io sono nato bandito del calcio, cerco di influenzare la mia squadra, vedremo se alla fine ci riuscirò“.
Tra i suoi banditi c’è sicuramente Mancini (“Lui gioca fino alla fine anche con una gamba sola“, il riferimento è a Smalling?), con una Roma che anche ieri ci ha creduto fino alla fine, incassando la vittoria nel finale (e portando a 11 i gol segnati negli ultimi 15’ di gioco, più i 3 del recupero). “Abbiamo il coraggio e la capacità di assumerci dei rischi e ribaltare le partite, come successo spesso. E’ una qualità, legata ai tifosi. Ho allenato 6-7 team, quando una squadra è in difficoltà la gente o va via o fischia. Qui resta e ti sostiene, il che aiuta la squadra nei finali. L’esultanza sul 3-1? Lì la partita si chiude. Quel bambino è il primo che ho visto davanti a me, per fortuna che era lui e non un poliziotto o una donna…“.