Il Messaggero (M.Tenerani) – Empoli-Roma per Spalletti non sarà mai una partita come le altre. Cipressi, colline pettinate dalle vigne, casolari, un campagna così bella da incenerirti lo sguardo, sono gli assi portanti di casa sua. Empoli lo è per il pallone e non solo: Spalletti chiuse lì una carriera da centrocampista e sempre in quel luogo scelse una panchina come amica di un viaggio lungo e affascinante. A Sovigliana, alle porte di Empoli, Spalletti ha vissuto un periodo della sua vita insieme alla famiglia, sua madre Ilva abita ancora lì. Il babbo Carlo – scomparso 32 anni fa – faceva il guardacaccia ed era originario di Colle Val d’Elsa (Siena), cittadina dove è nato Marcello, fratello maggiore del tecnico giallorosso. Mentre Luciano è venuto alla luce nella culla del Boccaccio, a Certaldo.
Sempre alle porte di Empoli c’è Avane, altro punto cardinale della vita di Spalletti: la società di calcio era scomparsa, campo e spogliatoio da rifare. Luciano, il fratello e un po’ di amici hanno risistemato tutto. La scorsa estate nel nuovo impianto ci hanno suonato pure i Nomadi. E ad Avane ci stanno anche I’ Cioni e le sue galline ormai un cult nella Capitale. Da Empoli si sale, su curve dolci, e si arriva a Montespertoli. Luciano Spalletti agli inizi degli anni Novanta trasformò un’antica casa contadina, pezzo dopo pezzo, in quella che oggi è la sua residenza. Spalletti ha un rapporto di pancia con la sua terra. Il sogno lo ha realizzato cinque anni fa quando sulle colline di Montaione, sempre in zona, ha acquistato alcune decine di ettari. Bosco, ulivi, vigne e animali. Quello è il suo buen ritiro. L’ultima sfida è il vino: l’etichetta è Bordocampo, Spalletti ne produrrà circa 10mila bottiglie.