La Repubblica (F. Bianchi) – «Non siamo insabbiatori». Stefano Palazzi parla, per la prima volta. Parla e si difende dopo l’intervista a “Repubblica” dell’ex 007 Panfilo Abertini. Il capo dell’ufficio inchieste della Federcalcio, senza nominarlo, spiega: «Abbiamo ricevuto una segnalazione, peraltro piuttosto generica, da un nostro componente il 25 maggio 2011 alle ore 11,30 e alle 16 dello stesso giorno abbiamo aperto un procedimento disciplinare. Non abbiamo insabbiato proprio nulla, anzi ci siamo subito mossi come ci muoviamo sempre, con il massimo impegno e il massimo rigore». Tavecchio spiega: «Inauguriamo un nuovo corso, il procuratore federale è a disposizione per chiarire e spiegare. Basta essere incudini, ora la politica del martello».
Parla a lungo Palazzi, dopo essere stato in consiglio federale: oggi arriveranno da Catanzaro le carte sul nuovo filone calcioscommesse che sconvolge i campionati di Lega Pro e serie D. Gli ispettori della procura presto inizieranno gli interrogatori, anche di chi è ai domiciliari (se avranno il via libera dai pm). La speranza di Palazzi è di concludere i processi sportivi «prima dell’inizio della prossima stagione». Al massimo slitteranno i calendari di qualche giorno. La mole di lavoro è enorme e si aggiunge alle carte che arriveranno da Cremona (probabile, se non sicuro, un processo-bis con nomi eccellenti). In futuro, ci saranno tre mini-procure (Milano, Roma e Napoli) che si occuperanno dei dilettanti, 1.100 casi su 1.500, dando così più respiro a Palazzi e ai suoi, accusati di lentezza da più parti. Evitata la polemica con Cantone che aveva parlato di giustizia sportiva “addormentata” e con il Tnas del Coni, ora scomparso, che ha cancellato decine di anni di squalifica. «Noi abbiamo sempre chiesto pene severe», assicura il superprocuratore, in carica dal 2005 e confermato anche da Tavecchio.
Intanto il consiglio federale ha approvato ieri una norma quantomai necessaria dopo gli ultimi casi: dalla prossima stagione infatti i calciatori che andranno sotto la curva per essere umiliati dai loro tifosi saranno puniti (ammenda o squalifica). Basta con questa vergognosa gogna tipicamente italiana. Niente più contatti con gli ultrà, niente più alibi: e anche i club dovranno vigilare. Va avanti, infine, il progetto di riforma dei campionati professionistici. «Io ci credo — dice Tavecchio — e adesso c’è tempo sino al 14 agosto per trovare un accordo».