Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Oggi Patrik Schick, l’acquisto più costoso della storia della Roma, è un problema. Sono problemi il suo inserimento, la coesistenza con Dzeko, i meccanismi da far funzionare per guarire dal mal di gol. Di Francesco durante il primo tempo si è sgolato con l’ex sampdoriano, gli ha urlato i movimenti da fare, gli chiedeva in continuazione di venire incontro e accentrarsi quando l’azione si sviluppava sulla sinistra. Ma Schick non è riuscito a seguire le indicazioni dell’allenatore. Il tecnico aveva cominciato a pensare di toglierlo già verso la fine del primo tempo, quando El Shaarawy si è alzato dalla panchina per scaldarsi. Anche perché l’attaccante aveva accusato sintomi influenzali. Poi ha atteso qualche minuto, perché ha dovuto sostituire nell’intervallo Manolas per un trauma contusivo al ginocchio e De Rossi non stava bene. Ma anche qualche compagno durante il primo tempo ha cercato di aiutare il ceco a capire i movimenti. Niente da fare. E quando è stato sostituito, quattro minuti dopo l’inizio del secondo tempo, Florenzi è andato ad abbracciarlo, per sostenerlo in quel momento delicato. Oggi Schick è una questione aperta e Di Francesco continuerà a lavorare per risolverla. Anche se in un passaggio a Radio Rai il tecnico ha messo in dubbio la conferma della formula con Schick e Dzeko insieme: «Questa è una valutazione che devo fare. Oggi come oggi l’esame non è superato».
MAL DI GOL – Con Schick in campo, nelle partite di campionato, la Roma ha segnato solo ieri. Il ceco ha firmato l’inutile gol contro il Torino in Coppa Italia e in tutte le altre occasioni nelle quali è stato chiamato in causa la squadra ha faticato a fare gol. Non è accaduto solo con la Spal, quando i giallorossi erano andati a segno tre volte prima del suo ingresso in campo, ma contro Genoa, Chievo, Cagliari, Juve e Sassuolo, i gol sono stati appena tre in cinque partite. La squadra segna quanto una pretendente all’Europa League. L’attacco della Roma è il settimo della serie A, con 29 reti al pari dell’Atalanta. Napoli, Juve e Lazio hanno superato quota 40. Anche l’Udinese ha segnato di più. Non è certo solo colpa di Schick, che resta un patrimonio che la Roma deve tutelare. Sarebbe una follia istruire un processo al giovane talento classe ’96, già preso di mira da tifosi sui social dopo l’errore contro la Juve nei minuti di recupero. Schick continua ad avere un gran futuro davanti, può mantenere tutte le promesse. Basta aspettarlo.