La Gazzetta dello Sport (M. Della Vite) – Il tormentone prosegue. Cosi suoi “se”, i suoi “ma”, le sue attese (domani verrà ascoltato l’arbitro Serra) e – adesso – con le motivazioni che hanno indotto la Corte d’Appello Federale a respingere il ricorso della Roma e a confermare le due giornate di squalifica (dopo la sospensione) a José Mourinho per i fatti di Cremonese-Roma.
“Tutto quanto raccolto non offre evidenze certe per ribaltare – ecco la motivazione – la decisione del giudice di prime cure, non può in alcun modo revocarsi in dubbio che l’atteggiamento dell’allenatore della compagine capitolina, per quanto di competenza di questa Corte, sia da stigmatizzare, non soltanto con riferimento a quanto avvenuto sul terreno di gioco, ma anche e soprattutto in merito al comportamento da questi tenuto al termine dell’incontro, ben quarantacinque minuti dopo l’espulsione, argomenti questi che non lasciano alcun margine neanche per ridurre la sanzione irrogata, posta, altresì, la recidiva del reclamante“.
Ed ecco proprio quel che sarebbe successo nello spogliatoio: “Di poi, nel costrutto difensivo, risulta inspiegabilmente ridimensionata la rilevanza giuridica della condotta tenuta da Mourinho all’interno dello spogliatoio che, a fronte della semplice negazione da parte del sig. Serra delle accuse a lui rivolte, indugiava in espressioni offensive (“sei un bugiardo“, “non sei un uomo“) ovvero gravemente allusive sulla presunta parzialità del suddetto ufficiale di gara (“mi hai fatto buttare fuori perché sei di Torino e domenica c’è Roma–Juve‘)”. Squalifica confermata, una gara già scontata.
Intanto, l’arbitro Marco Serra verrà ascoltato domani dalla Procura Federale. “Finalmente si potrà chiarire che è stato un equivoco – racconta il legale dell’arbitro Gabriele Bordoni -. Non ha detto niente di male. Mani in tasca? Non si è trattato di un gesto provocatorio. Faceva freddo. Riteniamo che la vicenda si debba ricomporre e vada verso l’archiviazione”.