La Repubblica (P. Torri) – La salita è appena cominciata, ma non è finita. E’ il concetto che la Roma deve mettersi bene in testa dopo i tre schiaffi presi da un Bologna che all’Olimpico ha ribadito di essere la squadra più bella di questo campionato, anche più di quell’Inter che si è appena cucita la seconda stella sulla maglia. I numeri dicono che quella rincorsa alla qualificazione Champions League deve ricominciare, il tutto dopo due delle otto tappe di un ciclo terribile che in ventiquattro giorni hanno visto e vedranno la Roma scendere in campo per sette sfide una più difficile dell’altra (dopo Milan e Bologna, la doppia sfida europea con il Bayer Leverkusen, Napoli e Atalanta in trasferta, la Juventus all’Olimpico), più la ventina di minuti del recupero di Udine che la Lega dei casini, pardon di Casini, ha pensato bene di imporre giovedì prossimo.

Il brutto risveglio contro il Bologna in questo senso può dare una scossa, anzi deve darla. E’ stata la prima vera sconfitta della gestione De Rossi. Le precedenti due, la prima contro l’Inter peraltro con tanti rimpianti, la seconda ininfluente a Brighton, avevano regalato più certezze che amarezze. Questa rischia di lasciare il segno. La Roma deve essere brava a non consentirlo, deve ripartire dalle certezze acquisite in questi ultimi tre mesi, nella consapevolezza che se la può giocare contro chiunque.