La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Portiere di coppe. Sì, ma per quanto? Perché è stato lo stesso Luciano Spalletti a non regalare certezze sul futuro: «Domani (oggi, ndr) gioca Alisson, più avanti si vedrà». E allora si può dire che proprio stasera in Spagna inizia la stagione 2.0 del portiere brasiliano. Nel senso che fino ad ora ha giocato in tutto 8 partite (6 in Europa League e due in Coppa Italia, con un bilancio personale di 8 reti subite), tutti impegni però di secondo piano. O giù di lì. Da oggi, invece, si fa sul serio. In Europa e in Italia. Ed Alisson dovrà conquistarsi sul campo la conferma per le partite che contano.
IL DUALISMO – Non è un mistero, infatti, che tra i due portieri a disposizione Spalletti preferisca il polacco Szczesny, quello a cui ha affidato le sorti del campionato. Non perché il tecnico giallorosso non nutra fiducia e stima per Alisson, anzi. Ma Szczesny per lui è un’altra cosa, tanto da averne chiesto forte mente la conferma al club, aspettandolo anche a lungo la scorsa estate. Ed allora il grande dubbio, alla fine, è proprio questo. Quando arriveranno le partite che contano anche in coppa, quelle «calde» tipo il derby, Spalletti continuerà ad affidarsi ad Alisson o dirotterà le sue scelte sulla soluzione che ritiene più affidabile? Di mezzo, infatti, ci sono due coppe che la Roma punta a vincere. Magari più la Coppa Italia che l’Europa League, non fosse altro perché l’eventuale strada per alzare il trofeo è sensibilmente più corta (3 partite contro le 9 europee). Ed a Trigoria sanno bene tutti che un successo cambierebbe la percezione esterna del club, oltre che regalare serenità (e gioia) all’ambiente giallorosso.
L’OBIETTIVO – Insomma, un minirebus. Anche se poi uno bravo a poterlo risolvere c’è ecco me. Ed è proprio Alisson, il portiere di coppa (almeno per ora). Se il brasiliano, infatti, piazzerà subito una o due prestazioni d’autore, allora le possibilità che sia lui ad andare fino in fondo ci sono. E non sono neanche poche, visto il debito di riconoscenza che Spalletti nutre nei suoi confronti per la serietà e l’impegno profuso durante questa stagione (oltre al la qualità tecnica, ovviamente). Alisson, ovviamente, ci tiene. E molto, anche per confermare un po’ a tutti che il portiere del futuro a Roma può essere proprio lui, il titolare della nazionale brasiliana. «L’Europa League? Solo i perdenti sottovalutano certe competizioni, i vincenti non lo fanno mai – ha detto tempo fa –. È una coppa che la Roma non ha mai conquistato e c’è solo una cosa che fa restare un calciatore nella storia di una squadra: vincere».
LA DEDICA – Ecco, l’obiettivo allora è quello. Ad iniziare proprio dalla Spagna, per l’andata dei sedicesimi di finale. Avversario di lusso, visto che il Villarreal ha trascorsi importanti e blasone da difendere. Non attraversa un buon momento, è vero. Ma l’errore più grande sarebbe proprio quello di sottovalutare el submarino amarillo. Come per Alisson sarebbe invece quello di cedere alla pressione. Se riuscirà a gestirla, sarà lui il portiere di coppa fino in fondo. E se dovesse arrivare anche un trofeo, la dedica è già pronta: per la piccola Helena, la dolce bimba in arrivo.