La Gazzetta dello Sport (M.Calabresi) – Non sarà stato il massimo, per Claudio Lotito, vedere la Roma alzare un trofeo. Il presidente della Lazio era al suo solito posto all’Olimpico, ma stavolta per essere vicino al suo collega, amico e sostenitore Antonio Gozzi, numero uno della Virtus Entella, che ha fatto un figurone ma torna a Chiavari senza coppa. Che invece resta nella Capitale per il quarto anno negli ultimi sei: dopo i due trionfi della Lazio, la Roma torna ad alzare la Coppa Italia cinque anni dopo la quarta e fino a ieri ultima volta. Superata la Juventus, davanti adesso ci sono solo Inter (sei) e Torino (sette). Ma non è stato un verdetto scontato: per 41 minuti la «vera» Roma, quella abituata a giocare in uno stadio così, era stata l’Entella, per nulla intimorita e dominatrice nel gioco, con Zaniolo tra le linee a mettere in enorme difficoltà la difesa della Roma, già impegnata (come Crisanto, bravissimo nelle due occasioni in cui è stato chiamato in causa) a limitare Mota Carvalho (in gol lunedì scorso in Serie B contro la Ternana) e Puntoriere.
SVOLTA – La Roma fino all’1-0 non aveva mai tirato in porta, ma è bastato un attimo per cambiare la storia della finale: il velo di Soleri ha liberato Tumminello, che si è allargato sulla sinistra e ha crossato basso per il fuoriquota (’97) che ha battuto Siaulys. L’Entella, accompagnata da un centinaio di tifosi (e in tribuna, tra gli altri, l’allenatore dell’Under 21 Di Biagio e quello dell’Under 19 Baronio), non è stata più la stessa e la Roma, senza faticare troppo, ha trovato pure il gol della sicurezza con un rigore trasformato da Marchizza, a segno anche all’andata e sempre dal dischetto. Le curve erano chiuse, ma la festa dei ragazzi di De Rossi (al settimo trofeo) si è spostata sotto la Tevere.