L’ex portiere della Roma Michael Konsel è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista. L’estremo difensore austriaco ha parlato della sua esperienza nella Capitale, della gestione De Rossi e di Mile Svilar. Queste le sue parole:
Il derby vinto nell’aprile del 1999 rimase alla storia per la maglietta esibita da Totti dopo il gol “Vi ho purgato ancora”. Voi compagni di squadra lo sapevate che il capitano indossasse questa maglia?
“Io no (ride ndr), non sapevo niente ero solo molto concentrato per questa partita. Anche se devo ammettere che fu una cosa bellissima come quella serata vissuta dall’inizio alla fine con i nostri tifosi che in quell’occasione sono stati davvero il dodicesimo uomo in campo. Posso assicurare che tutto diventa più facile quando hai una tifoseria del genere che ti sostiene”.
“Per me è un grande onore sentire queste cose. La spiegazione è difficile ma allo stesso tempo facile: io sono stato sempre me stesso, interpretando il ruolo alla mia maniera, mettendoci impegno e tanta passione. Non ero uno che pensava ai soldi o al successo personale ma alla squadra e ai tifosi che mettevo sempre davanti a tutto. Inevitabile che tutto questo fece subito scattare il colpo di fulmine tra noi anche perché io ero che non avevo paura di prendermi una responsabilità o un rischio. Ho giocato come un vero Pantera, anzi er pantera”.
“Penso sia molto difficile giudicarlo perché ha giocato davvero poche partite. Come fa a mettersi in mostra un secondo portiere? Questo non lo so, perché io ho fatto sempre il numero 1, però questo ragazzo ha dimostrato personalità e coraggio e sono qualità che si vedono anche nelle poche gare in cui è stato chiamato in causa. È inevitabile poi che quando ti rendi protagonista di una partita come quella contro il Feyenoord, dove pari due rigori decisivi, inizi a prendere fiducia perché senti di aver fatto qualcosa di importante per la squadra, la società e soprattutto i tifosi. Ha quell’attitudine a giocare fuori dai pali e una buona mentalità, mi sembra un portiere completo ma penso possa crescere ancora tanto e fare anche meglio di così”.
Che idea si sta facendo della Roma di De Rossi?
“A me sembra che ci sia un bel clima e lui in poco tempo è riuscito a formare un gruppo. In campo si vede come questi ragazzi vogliano vincere insieme. La tattica è importante ma è un discorso a parte, questo invece è un aspetto fondamentale senza il quale non vai molto lontano. Il gruppo unito che si aiuta per ottenere un obiettivo è imprescindibile per raggiungere qualsiasi traguardo. Poi se al gruppo di calciatori ci si riesce a compattare anche con la tifoseria allora è ancora più bello, perché si diventa un corpo unico. De Rossi con la sua mentalità e i suoi metodi mi sembra abbia già trovato un buon rapporto con tutti i suoi calciatori”.