Keita, un professore per il derby «Voglio la Champions diretta»

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) Juventus-Napoli ha svelato un pezzo di trama, ma adesso tocca alla Roma. Il risultato dello Juventus Stadium ha aperto un doppio scenario: 1) la Roma è aritmeticamente almeno terza, per cui qualificata al preliminare di Champions; 2) le servono un pareggio domani nel derby e una vittoria contro il Palermo, all’Olimpico, all’ultima giornata per essere sicura del secondo posto che garantisce i 40/50 milioni della Champions. Il 3-1 con cui la Juve ha battuto il Napoli influenzerà sicuramente il derby di domani. Un pareggio, ad esempio, qualificherebbe tutte e due le romane. La differenza tra la certezza del secondo posto e l’azzardo del terzo, però, è grande. Nel preliminari si possono incontrare Manchester United/Arsenal, Bayer Leverkusen, Valencia, Ajax, Sporting Lisbona… Ecco perché è difficile pensare che, oltre che per la rivalità storica, le due squadre possano accontentarsi di un pari. Quale Roma vedremo contro la Lazio? Una squadra vogliosa di imporre il proprio gioco, come quella del derby di andata dell’anno scorso che rimise la chiesa al centro del villaggio? Oppure una squadra più prudente, conscia che anche il pareggio sarebbe importante, più vicina a quella che Garcia ha ridisegnato in queste ultime giornate dopo un girone di ritorno a marcia indietro?

Molto dipenderà dalla presenza o meno di Seydou Keita, il trentacinquenne maliano, ex Barcellona, che a Roma chiamano «il Professore» per la saggezza con cui propone calcio. Keita non gioca titolare in campionato dal 16 marzo (Roma-Sampdoria 0-2), ma Garcia si fida ciecamente di lui. Lo ha voluto in estate e spera di poterlo confermare anche per la prossima stagione. Con Keita in campo è possibile un 4-3-3 con il centrocampo «pesante» (il maliano, De Rossi e Nainggolan). Senza Keita è possibile anche una variante con Yanga-Mbiwa terzino destro, Pjanic a centrocampo e un attacco con Florenzi, Totti e uno tra Ibarbo, Iturbe e Ljajic. Keita ha rilasciato un’intervista al Mundo Deportivo in cui, naturalmente, si è dovuto sdoppiare tra Roma e Barcellona: «A Roma mi trovo molto bene. Ora sono fermo da alcune settimane per un problema al ginocchio, però spero di esserci nel derby, perché ci giochiamo il secondo posto con la Lazio. Voglio tornare a giocare la Champions e, se possiamo evitare i preliminari, sarà molto meglio. Il Barça? Nei quattro anni in cui ho giocato lì, e anche nelle altre stagioni in cui non c’ero, è stato sempre Messi a fare la differenza. La vittoria di più trofei dipende da lui. Messi, Neymar, Suarez sono il miglior tridente del mondo. Hanno già vinto la Liga e ora hanno la finale di Copa del Rey e di Champions League». E, sulla partitissima del 6 giugno, allo stadio Olimpico di Berlino, viene chiesto a Keita anche un lavoro di spionaggio: «La Juventus? Molto forte in difesa e in contropiede con Tevez. Personalmente, però, credo che il Barcellona sia più forte della Juve. Se Leo sta bene, giocano in 12 contro 11. Totti e Luis Enrique? Sinceramente non abbiamo mai parlato del loro rapporto, ma se volete glielo chiedo. A volte nel calcio la gente cerca guai dove non ce ne sono».

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