Nella giornata odierna Zibì Boniek, ex giocatore di Juventus e Roma, ha concesso un’intervista a “La Repubblica”, dove ha risposto ad alcune domande circa la leggendaria rivalità tra Juventus e Roma, ritornata in voga quest’anno, visto soprattutto il duello tra le due squadre per il vertice della classifica. Di seguito, trovare tutta l’intervista di “La Repubblica”:
La Repubblica: Ma davvero per Boniek la squadra di Garcia somiglia a quella di Liedholm di trent’anni fa?
Boniek: “Evitiamo paragoni. Alla Roma va riconosciuto di essere l’unica squadra che ancora tiene vivo il campionato, senza di loro saremmo di fronte a uno scudetto assegnato a dicembre: hanno possesso palla, verticalizzazioni rapide, giocatori intelligenti ed è furba in campo”.
La Repubblica: Ma non è prima.
Boniek: “No, e bisogna solo applaudire questa Juventus, inarrestabile”.
La Repubblica: Totti però torna a parlare di “aiutini”…
Boniek: “La Juve potrebbe avere due o tre punti in meno, penso ad esempio alla gara con il Chievo: non so come si sarebbe messa, senza il gol annullato a Paloschi. Ma questi discorsi valgono poco”.
La Repubblica: Si facevano anche quando lei giocava a Torino: davano fastidio?
Boniek: “Se la Juve era protetta, lo era anche quella Roma. E non ho mai avuto la sensazione di essere aiutato. Gli arbitri sbagliano, ma sempre in buona fede. Tranne che tra la metà degli anni ’90 e i primi del 2000”.
La Repubblica: Quali sono i meriti maggiori di Conte e Garcia?
Boniek: “Hanno timbrato le loro squadre, che somigliano ai loro allenatori: le riconosceresti comunque. E i bianconeri fanno paura, è difficile anche solo fare due passaggi nella loro metà campo”.
La Repubblica: Ma quale delle due è più forte?
Boniek: “Sono sostanzialmente pari. La Juve è avanti di un’unghia, anche grazie a Pirlo. Ma la Roma ha Benatia, che oggi è il difensore più forte in Europa”.
La Repubblica: Oggi le manca qualcosa delle gare di trent’anni fa?
Boniek: “Una volta erano battaglie durissime. E il tunnel degli spogliatoi era zona franca, succedeva di tutto. Ce le davamo anche, poi però ci si vedeva al ristorante e si faceva pace. Ora che viene fuori tutto ciò che succede non è più così bello”.
M. Pinci – La Repubblica