Beppe Marotta, amministratore delegato e direttore generale della Juventus, è stato intervistato da Il Giornale ed ha parlato anche del VAR. Queste le sue parole:
Il Var può essere la motivazione per il settimo scudetto, per zittire chi dice da sempre che la Juve è favorita?
«Noi comunque abbiamo l’obbligo di vincere. Siamo costruiti per lo scudetto, non conquistarlo sarebbe una sconfitta. Non temiamo il Var, anzi può legittimare le nostre vittorie. Ad esempio noi abbiamo già tirato gli stessi rigori – tre – della scorsa stagione. Poi li abbiamo sbagliati…».
Che cosa pensa della questione delle figurine di Anna Frank?
«Il calcio è una cassa di risonanza incredibile. Quello che è successo è grave, ma la responsabilità della mancanza di cultura va ricercata nelle istituzioni».
Lei, con una curva chiusa, avrebbe aperto l’altra?
«C’è un vuoto normativo incredibile. Ma quando si prendono provvedimenti non si prendono contro il cemento. Poi ognuno si comporta secondo coscienza. Noi probabilmente avremmo preso una posizione diversa, quando è successo abbiamo riempito con i bambini la curva».
Come spiega la virata di rapporti con il presidente della Figc Tavecchio?
«Ha preso coscienza che il calcio va riformato. L’abbiamo convinto, ma si è anche convinto da solo. Di questo gli va dato atto».
E le riforme si fanno?
«Il sistema non può reggere 102 società professionistiche. Sono scomparsi i mecenati, serve sostenibilità. Siamo convinti di ridurre la serie A a 18 squadre. E le seconde squadre sono fondamentali. Io vedo una serie A e una sorta di A2 con tre gironi».