Pagine Romaniste (F. Belli) – Domenica andrà in scena all’Olimpico una gara dal significato unico, che richiama ricordi di gloria ad almeno una generazione di romanisti e che comunque non è da meno per la restante parte: Roma-Juventus. Indimenticabile quella coreografia che nel 1986 ricoprì tutto lo stadio di giallo e rosso, altri tempi direbbe Riccardo Fogli. Anche se questo non è un match scudetto differentemente da altre gare in altre annate, alcune di queste non lontane nel tempo, è una partita che mantiene comunque inalterato il suo fascino. Nell’analisi dell’avversario di oggi non si può trascurare il fatto che ci troviamo di fronte una squadra alla prima stagione dalla fine del quinquennale ciclo Allegri, una stagione necessariamente di transizione alla “rivoluzione” di Sarri. L’ex Napoli più che un rivoluzionario però, attualmente sembra un mediocre riformista. E’ troppo presto per fare un bilancio definitivo, è vero, ma possiamo fare qualche riflessione. In campionato la Vecchia Signora sta sicuramente mantenendo le aspettative, disturbata dall’Inter dell’ex figliol prodigo Conte. Il vero banco di prova sarà sopratutto in Champions, chiodo fisso di Andrea Agnelli, dove le fasi cruciali inizieranno tra non meno di due mesi. A far sorgere qualche dubbio sono stati finora un gioco non brillante, figlio soprattutto delle aspettative di inizio stagione, e qualche passo falso di troppo. Due su tutti quelli contro la Lazio, rispettivamente in campionato (3-1 all’Olimpico) e in Supercoppa (3-1, di nuovo, a Riyadh). Due partite troppo simili nello svolgimento e nelle dinamiche per essere frutto del caso. Nell’ultima in particolare i bianconeri non sono quasi mai riusciti a concretizzare il dominio del campo e del possesso, intrappolati dalla strategia contenitiva di Inzaghi.
Sarri, analizzando le due sconfitte, ha sopratutto fatto riferimento a problemi di natura mentale e di scarsa lucidità in alcune fasi della partita, e sarebbe pretestuoso dubitare di questa chiave di lettura. Chi meglio dell’allenatore conosce i pregi e difetti dei suoi giocatori? E’ evidente però che ci siano problemi anche di natura tattica, a cominciare dalla compatibilità dei centrocampisti bianconeri col modulo a rombo e dalla questione trequartista. I tre assi che Fonseca dovrà essere abile a neutralizzare sono Bonucci, Pjanic e Cristiano Ronaldo, uno per reparto. In una visione brutalmente sintetizzata il primo è l’iniziatore della manovra, il secondo il rifinitore e regista, il terzo è il finalizzatore e perno della manovra offensiva, nonché star assoluta. Si registrano le assenze di Chiellini, Khedira (entrambi per infortunio) e Bentancur (espulso). Inizialmente sembrava dovesse mancare anche Higuain per un affaticamento muscolare avvertito giovedì, ma l’argentino ha recuperato e domani sarà a completa disposizione. L’assenza di Chiellini in particolare ha causato qualche problema alla fase difensiva della Juve, che nonostante tutto continua a essere un punto di forza degli uomini di Sarri, viste le appena 17 marcature subite in campionato. I bianconeri sono la seconda miglior difesa della Serie A, a pari merito con la Lazio e dietro solo all’Inter (15). Un altro punto di forza, anche se meno rispetto agli anni scorsi, è indubbiamente l’attacco, quinto con 35 reti all’attivo e con la media partita di 1.94. I precedenti sorridono in parte alla Roma: i bianconeri non vincono contro i capitolini all’Olimpico dall’11 maggio 2014 (0-1, Osvaldo). L’ultima vittoria giallorossa invece è datata 12 maggio 2019 (2-0, Florenzi e Dzeko), ed è anche l’ultimo incontro ufficiale ed ufficioso tra i due club.