Juventus, Allegri: “Ora abbiamo una settimana in più di vacanza. E’ stata dura, il Napoli fino alla fine ha tenuto testa. Oggi a parte il primo tempo abbiamo gestito bene la gara” – VIDEO

Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, al termine della partita di campionato contro la Roma ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

ALLEGRI IN CONFERENZA STAMPA

E’ il suo quarto Scudetto, è stato quello più sofferto?
Non è questione di sofferenza, per vincere gli Scudetti devi fare dei punti e ci sono alcune squadre che quest’anno come il Napoli hanno tenuto botta fino alla fine. Bisogna fare i complimenti al Napoli per la grande annata e bisogna fare ancora più complimenti alla Juventus perché stasera ha chiuso una stagione leggendaria. Sette scudetti, di cui quattro con me, quattro Coppe Italia e due finali di Champions, credo che solo per rispetto di quello che hanno fatto i ragazzi bisognerebbe solo fargli i complimenti. Dopo non so cosa dire perché veramente qui si sta bene, anche perché il mare, mi fa tremare un po’ la voce e il vento porta via tutte le cose sentite quest’anno, che mi hanno fatto anche divertire (ride, ndr).

A proposito di allenatori che vincono c’è qualcuno a cui si sente più vicino?
Ci sono stati grandissimi allenatori che hanno vinto a modo loro e sono stati un punto di riferimento. Io sono cresciuto con un allenatore che non aveva vinto niente se non un campionato di Serie B. Poi non dimentichiamo che il calcio è cambiato solo in una cosa: nel fatto che non si passa più la palla al portiere per fargliela prendere con le mani. Lì è cambiato il calcio, il resto sono solo chiacchiere.

Questo Scudetto è particolarmente gradito visto che è arrivato nell’anno di introduzione del Var?
E’ gradito perché è il quarto, perché è stato bello e c’è stato il momento in cui, quando siamo andati a Napoli, la squadra ha fatto una partita giusta per vincere a Napoli senza subire gol, cosa che non riusciva da vent’anni, subivamo sempre gol. Poi dopo siamo scivolati sull’angolo di Koulibaly, lì c’è stata una prova di grande equilibrio da parte dei ragazzi perché in quel momento lì dovevamo vincere noi e vincere loro. Io avevo fiducia che la Juventus riuscisse a contrastare queste pressioni e ci siamo riusciti. Bravissimi i ragazzi.

Hai idea di quando e come si sistemerà il tuo futuro?
No, ma adesso bisogna festeggiare. Non è che si decide il futuro, è questione di programmare quello che sarà il futuro della Juventus. Una volta che abbiamo festeggiato dobbiamo metterci a tavolino con grande lucidità e quando riparte la stagione successiva ripartiamo tutti da zero e dobbiamo continuare a dimostrare di essere competitivi arrivando a marzo nelle migliori condizioni. Spesso la Juve c’è riuscita, a volte hanno vinto gli altri, ma l’importante è avere gli stimoli giusti per poter far questo.

Non pensa che nel calcio moderno sia richiesto qualcosa in più come qualche schema o qualche idea in più?
Non siamo nella serata adatta. Il calcio è un gioco di conoscenza, più giochiamo insieme e più si gioca meglio. Nel Napoli sono sempre gli stessi, la Juventus ha cambiato una settantina di giocatori negli ultimi anni. Nel calcio c’era un allenatore che quando diceva la formazione faceva i fogli e li attaccava dicendo: “Chi vince più duelli vince le partite”. Adesso il calcio è diverso perché c’è tutta un’evoluzione di schemi che mi fanno venire l’orticaria. Il basket ad esempio che è un gioco di schema, talvolta gli schemi non riescono nemmeno lì. Che il calcio debba avere un’organizzazione difensiva e degli schemi offensivi sono d’accordo, ma il mio pensiero è che i settori giovanili sono una tragedia perché ai ragazzini non si insegna a giocare. Poi qui chiudo perché non sono a far lezione di calcio, ma il calcio è molto semplice: bisogna passare la palla a chi ha la casacca uguale. Se ai ragazzini si toglie la fantasia a calcio non gioca più nessuno. Qui sono tutti polli d’allevamento, purtroppo, questo lo dico da una decina d’anni. Questo però a tanti non piace perché è più facile meccanizzare il tutto. Può essere anche giusto ma è diverso da quello che penso. Se c’è un ragazzo che quando tira la mette all’incrocio dei pali vuol dire che bisogna tirare in porta. Il calcio è molto semplice, ma la semplicità è roba per pochi.

Vuole creare la corrente dell’ “Allegrismo”?
No, “Allegrismo” no. La cosa che ho detto anche a Coverciano è che noi più anziani dobbiamo portare le nostre esperienze alle nuove leve. Il calcio non è solo teoria o libri. Io a scuola non ci sono andato perché non avevo voglia, ma nella vita quanta gente esce con 110 all’università e poi li metti a lavorare nella vita e non capiscono nulla. La vita è vivacità, c’è chi esce con 60 ed è un genio.

ALLEGRI A MEDIASET

Perché non è a festeggiare?
E’ giusto lo facciano loro. Stasera hanno chiuso il capitolo, così abbiamo una settimana in più di vacanza perché è stata dura. Il Napoli fino alla fine ha tenuto testa ad una grande Juventus.

Era finito lo champagne…
C’è il momento in cui lavorare ed altri in cui festeggiare. Gli faccio i complimenti, a chi ha lavorato con noi a Vinovo, ai tifosi. Il merito è dei ragazzi perché sono artefici di quello che fanno.

Li hai già ringraziati?
Lo faccio sempre, avere uomini con valori morali così alti è importante. A parte il primo tempo, dove abbiamo lasciato la palla a loro per tre o quattro volte, poi per il resto l’abbiamo gestita.

Dove trovi le motivazioni dopo quattro anni?
Non sono ancora lucido per rispondere bene, ma alla Juventus come riparti le motivazioni le trovi. L’anno prossimo ci saranno giocatori che andranno via ed altri che arriveranno, con l’obiettivo di vincere. La società ti spinge a questo e devi lavorare dentro te stesso all’interno di un gruppo.

Che effetto le fa piazza San Carlo che si riempie?
E’ una bellissima emozione, vincere non è mai facile. In mezzo a questo gruppo ci sono persone che ne hanno vinti sette, meritano la passerella sabato davanti ai tifosi. E’ giusto festeggiare.

Qual è stato il merito più grande?
Aver mantenuto sempre la calma. Nel calcio ci vuole, perché le cose cambiano in un attimo, serve un passetto alla volta per arrivare all’obiettivo finale, con l’entusiasmo dopo tre giorni crolli. Se le cose non vanno bene devi lavorare, il lavoro psicologico è fondamentale, con gli sbalzi d’umore non vinci niente.

A chi daresti il voto più alto?
Dire il nome non avrebbe senso. Sono contento per un ragazzo, che è Pinsoglio, arrivato dopo due annate difficili e si è calato bene nel gruppo. Sono contento con lui perché è un bravo ragazzo e se lo merita.

Douglas Costa va in campo con il motorino?
A volte mi fa arrabbiare, ma è un giocatore straordinario.

Che cosa le lascerebbe l’assenza di Buffon?
Non so se sarà l’ultima, lo deciderà lui col presidente. Ho avuto un grandissimo uomo ed un campione straordinario sotto tutti i punti di vista.

ALLEGRI A SKY

Alla fine quando c’è da celebrare c’è sempre lei…
Ho una squadra importante con giocatori bravi e che fanno una cosa fondamentale, riescono a passarsi la palla tra di loro. Una società che ha sostenuto me e i ragazzi nei momenti difficili. Abbiamo passato momenti difficili come all’andata a Napoli, dopo il Napoli in casa siamo rimasti sereni. C’è da fare i complimenti al Napoli, 88 punti, una stagione straordinaria ma l’importante era arrivare qui.

I minuti finali di Inter-Juventus…
Ho una squadra di giocatori che hanno cuore, nel calcio se non hai cuore non vinci. In quel momento lì serve fortuna ma te la devi anche andare a cercare e nel calcio, che è cambiato dal 1992 quando hanno tolto il passaggio indietro al portiere, gli ultimi 10 minuti sono altre partite. Prima non si giocava più a calcio, ora o hai palla e la gestisci o devi difendere bene contro una squadra che attacca. In quel momento i ragazzi sono stati molto bravi perché sono riusciti a portare la palla nell’area dell’Inter che aveva fatto 20 minuti straordinari e rimanendo in 10. Nel calcio le cose possono cambiare in un minuto.

Avete spiegato a Betancur che avete vinto lo scudetto?
Ha iniziato bene. Devo ringraziare il gruppo che da quando sono arrivato mi ha accompagnato in queste vittorie, sono contento perché sabato faranno passerella davanti ai tifosi. Vincere 7 scudetti credo sia una cosa molto difficile, da quel gruppo mancano anche giocatori andati via o che hanno smesso.

La tua mano è stata decisiva…
Tutti gli anni sono diversi, l’anno scorso ho messo dentro giocatori con la tecnica che avevo a disposizione, rischiavamo di perdere il campionato. Li ho responsabilizzati., siamo arrivati in finale di Champions e abbiamo vinto campionato e Coppa Italia. Quest’anno ho capito che non si poteva più giocare in quel modo lì e mettere qualcuno in discussione, quando non lo sei cominci a fare un metro in meno. La competizione tra di loro è fondamentale, le scelte le ho fatte nell’interesse della squadra e per andarli a stimolare.

E’ difficile accontentare i tifosi dal punto di vista estetico?
Giocare bene o male è relativo. Siamo quasi il miglior attacco e la miglior difesa, la cosa che non riesco a spiegare è che si sta riducendo il calcio a troppa teoria. I vecchi allenatori sono stati messi troppo da parte, questo vale anche per gli allenatori delle giovanili che fanno crescere i ragazzi come polli da batteria. Il calcio è estro e libertà. Se alle 22.15 la partita è messa male per il risultato non è che devo fare l’esteta per far felici i tifosi, li faccio contenti vincendo. L’allenatore deve stare in panchina, tante volte dall’esterno vedi uno che gioca male ma dalla panchina capisci il suo spessore all’interno della partita. Ci sono talmente tante sfumature che ridurre tutto a giocar bene e giocar male ha poco senso, senza togliere merito a chi ha giocato meglio di noi. però alla fine deve arrivare il risultato. Dal corso di Coverciano mi è rimasto impresso che l’importante è arrivare, a volte andando dritti e a volte facendo curve. E’ quegli universitari che escono con 110 e lode perché imparano a memoria i libri. Il calcio è cambiato quando è stato tolto il passaggio al portiere, le altre cose che servono a chiacchierare. Una volta a 15 dalla fine aprivano i cancelli, adesso dovrebbero far pagare il biglietti. Ho un’idea giusta o sbagliata, diversa da altre. Sento troppa teoria, mi dispiace soprattutto per i bambini del settore giovanili. Se dico cosi mi prendono per matto.

Visto che anche l’anno scorso avete dato l’impressione di poter vincere dominando, come mai quest’anno avete saputo o dovuto difendervi?
L’anno scorso fino a gennaio la squadra giocava male, anzi peggio. A Firenze abbiamo perso e ho deciso di cambiare, ma non giocavamo benissimo. Stavamo chiusi e ripartivamo, il secondo anno giocavamo con 3 difensori, da una parte Evra e Alex Sandro o Lichsteiner, si faceva un tiro o due si faceva gol prendendone zero. Ogni anno è diverso, tra tre mesi magari cambio. Quest’anno siamo partiti giocando male.

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