«Siamo più forti della Juve, lo scudetto sarà nostro». Rudi Garcia chiude col botto la partita psicologica iniziata dalla Roma negli spogliatoi dello Stadium con il polemico sfogo di capitan Totti («contro i bianconeri va sempre così, dovrebbero fare un torneo a parte») e ripresa l’altro giorno dal portiere-consigliere federale De Sanctis con l’uscita a valanga sulle gambe dei giocatori di Allegri («studiano come condizionare le decisioni degli arbitri indecisi»). Non sono temi nuovi, anzi, da Platini a Trapattoni e Capello molti eroi juventini ci hanno ricordato come da sempre i rivali si aggrappano alla dietrologia per medicare le sconfitte. A sorprendere un po’ è stata la tempistica: siamo appena alla settima giornata.
AGGUATI – Ma poi, guardando ai rispettivi impegni da qui alla prossima sosta, ben si comprendono il senso e la veemenza di questi attacchi giallorossi: la Juve può scavare un solco profondo, altro che i tre punti guadagnati a Torino… Sassuolo-Palermo-Genoa-Empoli-Parma, con tre gare in casa: questo il programma bianconero sino al 9 novembre. Edè un calendario che può portare gli uomini di Allegri a superare l’esaltante filotto romanista dell’anno scorso (trenta punti nelle prime dieci), Garcia se n’è reso subito conto e allora ha tentato di sminuire l’esito dello scontro diretto riducendolo a uno scippo, in modo da seminare incertezze nell’accampamento nemico. L’allenatore che insegue è chiamato a scavalcare ostacoli ben più consistenti: dopo il Chievo dovrà fare visita a una euforica Sampdoria (vincendo domani a Cagliari rafforzerebbe il terzo posto); e alla decima, ecco il trappolone (solo agonistico, ci auguriamo tutti), di Napoli. Insomma, c’è il rischio di ritrovarsi a -9 dopo nemmeno un terzo del cammino.
IL FATTORE C – La Champions quanto inciderà sul duello? Proprio ieri Allegri ha parlato di un mese decisivo alludendo al doppio confronto con l’Olympiacos che potrebbe già garantire il passaggio del girone almeno come seconda. Ed in questa chiave ecco spiegata la rinuncia agli stressati Vidal e Marchisio. Bisogna saper dosare le energie se nella tua rosa hai quindici giocatori reduci dalle nazionali dei quali Buffon, Chiellini, Bonucci, Asamoah e i citati Marchisio e Vidal hanno giocato 180’; Lichtsteiner 149’, Pogba 135, Evra, Pereyra e Morata 90’ per un totale di 1.816 minuti di impegno. Ai quali occorre aggiungere le fatiche psicofisiche dei viaggi e cambi di fuso: i bianconeri hanno percorso 88.282 chilometri, cifra nella quale spiccano i 23.819 del sudamericano Vidal (che per l’appunto, oggi riposa) e i 19.626 di Pereyra reduce dall’Estremo Oriente (ma pare che «debba» giocare a Reggio Emilia), più i settemila ciascuno dei francesi Pogba ed Evra, anch’essi previsti in campo col Sassuolo.
MINUTAGGI – Sta decisamente meglio la Roma, sia per minutaggio (1.097) che per chilometri (53.550). Torosidis e Manolas (squalificato col Chievo), hanno coperto 5.724 km disputando per intero le due partite della Grecia. Gervinho ha volato in Africa coprendo 11.932 km e giocando 180’ , così oggi è annunciato in panca; Nainggolan e Pjanic sono gli altri titolari sfruttati in entrambe le gare di Belgio e Bosnia mentre il povero Keita per giocare 30’ (e pure infortunarsi) si è «sciroppato» 13.393 km. A Yanga Mbiwa è andata peggio, mai in campo con 7.216 km di viaggio. In azzurro Destro è rimasto a guardare mentre Florenzi ha giocato molto (167’) ma con il Chievo pare serva il suo impiego per consentire a Totti di dare tutto in Europa. Già, anche il programma di coppa non aiuta Garcia: doppio Bayern.