Pagine Romaniste – Sfidare il passato per garantirsi il futuro. L’immonda debacle di Firenze ha lasciato i segni in Ivan Juric e nella Roma, che ora come non mai appaiono disuniti. Un cambio di rotta parrebbe inevitabile, ma sin qui nulla è stato deciso. Almeno a Roma. Perché i Friedkin, sempre più silenti, da New York – dove si trova anche Daniele De Rossi, indiziato per un possibile ritorno – i proprietari texani si sono spostati a Los Angeles, città in cui ha sede la Retexo, la fidata società di consulenza che portò in giallorosso Tiago Pinto e Ghisolfi.

La sfida di domani (20:45) contro il Torino assume però in toto l’ultima spiaggia. Il tecnico croato, scosso per i risultati e la rottura con lo spogliatoio, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida contro i granata.

LA CONFERENZA STAMPA DI JURIC 

Il crollo contro la Fiorentina?

“C’è stato proprio un crollo emotivo dal mio punto di vista. Penso che dopo 40 giorni di un buon lavoro, non eccellente ma buono, dove ci sono state tante buone prestazioni, mi aspettavo un grande passo in avanti, invece per me è successo proprio un crollo totale, che  può essere anche una svolta in positivo. Quando succede è meglio perdere così che perdere 1-0 e nascondere qualche problema che cova già da anni o da tempo. Se raccogliamo bene tutto quello che è successo può essere veramente una svolta, come magari è stato per il Milan quando ho preso 5 gol dall’Atalanta con Pioli.”

Come si prepara la sfida col Torino? 
“Il Torino penso ormai sia consolidato, penso che abbiamo fatto un bel lavoro là tre anni, Vanoli adesso sta facendo di nuovo bene, ci sono tanti giocatori cresciuti che stanno bene, che hanno fatto bene e stanno facendo un buon campionato. La squadra è di valore, di idee, bisogna stare molto attenti su tutti i particolari, sia tatticamente, soprattutto noi secondo me a livello emotivo bisogna essere preparati”.

Aria da fine ciclo? Farà delle rotazioni?
“Non ci penso proprio. Mi sembra che mi fate queste domande ciclicamente, per cui non mi preoccupo. Faccio il mio lavoro, quello che succede, succede. Io penso che la rosa della Roma non si può permettere esclusioni assolutamente. Anzi, bisogna portare tutti dentro, più possibile, capire il significativo della maglia, del posto, di quello che bisogna fare. Non escludere, ma convincere in questo momento”.

Che giorni sono stati? 
“Sono stati giorni di litigi, anche pesanti. Meglio che ci sia successo ancora presto, che è uscito fuori tutto quello che c’era un po’ accumulato. Penso che in questi due giorni, sia con litigi, sia con le discussioni, con le organizzazioni, con tutto, abbiamo indirizzato la barca a livello di pensiero di quello che bisogna fare. In quel senso, anche il mio carattere preferisce questa certezza, questo scontro, per andare a testa alta, pulita, bella, invece delle chiacchiere da dietro. Cercherò di mettere la miglior squadra possibile sul campo, pensando a come vincere la partita. Per me è tutto chiuso, 0-0, si riparte alla grande. Ieri li ho visti giusti, convinti”.

Pensa che i calciatori abbiano qualcosa, magari contro di lei, contro De Rossi? Volevano un altro allenatore? Cosa c’è di accumulato?

“No, ripeto, ho detto che c’erano litigi, scontri, però tutte le cose rimangono tra di noi. Non ne voglio assolutamente parlare”.

Che verità si devono dire i calciatori tra di loro o a lei? 
“Penso che ci siamo detti la verità, forse all’inizio in modo brusco, ma poi in modo più ragionevole. Dal mio punto di vista, io sono l’allenatore e devo concentrarmi sul mio ruolo: allenare, preparare la squadra e la partita. Il medico deve occuparsi della salute dei giocatori, mentre i giocatori devono scendere in campo e dare il massimo. Per me è molto semplice: arriva la partita, io penso solo a come fare il mio lavoro al meglio, alla tecnica, alla posizione del corpo, alla concentrazione. Il mio obiettivo è mettere la squadra nelle condizioni migliori per giocare bene. La definizione dei ruoli è fondamentale. Ognuno di noi ha un compito preciso e deve concentrarsi su quello, senza distrazioni”.

Sono emerse diverse vedute tattiche coi calciatori? 
“In sette partite si è parlato tanto del modo di giocare, ma in queste sette partite abbiamo subito solo cinque gol. Se faccio un paragone con il Torino, l’anno scorso, giocando in questo modo, ha subito 36 gol, mentre la Roma ne ha presi 46 giocando in modo diverso. Per me sono solo scuse: se i giocatori non sono convinti, possono tranquillamente dirmelo, e io me ne vado. Ma non è cos: sono convinti e vogliono fare bene, analizzando gli errori fatti a Firenze e cercando di migliorare, perché questo sistema di gioco porta molti benefici”.

Ha sentito i Friedkin in questi giorni? Pellegrini ha parlato di un “vuoto organizzativo”: ha percepito che la squadra si senta svuotata?

“Con il presidente abbiamo contatti, abbiamo parlato di tutte le cose in modo positivo. Queste cose tolgono però il pensiero dal campo. Come ho detto dal primo giorno, qui non vedo mancanze. Preferisco che la società responsabilizzi me, il direttore ed i giocatori. Dobbiamo fare risultati, tutto il resto è solo distrazione. Ognuno ha il suo compito. Lavorare con forza: questa è la cura per uscire da questa situazione”.

 

 

 

Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]