José Mourinho, la favola del cavaliere nero

La Repubblica (C. Bonini) – Anni fa, alla vigilia di un derby, l’intelligenza vivacissima e tagliente di un uomo di calcio e di eccellenti letture come Walter Sabatini, già direttore sportivo della Lazio e quindi della Roma, fotografò con una immagine fulminante una caratteristica della piazza giallorossa.

Il romanista si crogiola nel sogno selvaggio della vittoria, sapendola impossibile. Il laziale preferisce non immaginarla neppure, la vittoria, perché perseguitato dall’insopportabile idea di vederla svanire. È questo il problema con cui il Marziano dovrà presto familiarizzare. Vincere in questa città significa misurarsi con la sfida titanica al sentimento immanente della catastrofe, all’epica della sconfitta e al dolce e ineluttabile arrendervisi.

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Il che richiede appunto non solo e non tanto condottieri, ma taumaturghi, sciamani, alchimisti (si racconta, per dire, che Liedholm non volesse giocatori nati sotto determinati segni zodiacali o che Capello avesse imposto allo spogliatoio dello scudetto riti più simili a un esorcismo che a una scaramanzia). Insomma, un che di dionisiaco, di sulfureo, possibilmente temperato da un apollineo, che renda impermeabili alla letteralità del contesto eccitata dalle mille radio che nulla hanno del coro della tragedia greca, ma sono Suburra incandescente e contagiosa. Quello che ha fatto sì che qui pochi ce l’abbiano fatta.

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Abituata nei secoli a ruminare e quindi digerire imperatori, re, sindaci, papi, condottieri, barbari, la città si divertirà ora con il Marziano. E guai a prenderla troppo o troppo poco sul serio in questo gioco. Perché a Roma c’è qualcosa di peggiore della sconfitta. Il ridicolo.

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È il Petrolini Nerone della Roma che “risorgerà più bella e più superba che prima”. È il posteggiatore di piazza del Popolo che leggenda vuole apostrofasse l’esiliato re Faruq d’Egitto, seduto ai tavolini del bar Canova, con un “a Farukko’, me devi sposta’ la macchina, che impiccia”. Lasciarsi portare da quest’onda, assecondarla, è una tentazione irresistibile.

 

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