Corriere dello Sport (A.Giordano) – Poi c’è da chiedersi cosa sia più bella da guardare: se la fase offensiva, quella dei ventisei gol in Italia e dei trentaquattro in assoluto, o quella difensiva, quella che per la quarta volta in campionato e la sesta aggiungendoci la Champions, ha consentito a Reina di uscire con la sua porta (splendidamente) chiusa. Poi c’è da porsi domande, una dietro l’altra, se da tredici partite, in serie A, c’è una squadra che sa fare una sola cosa, vincere, e in tutti i modi: esaltando oppure governando, come può accadere nel corso di una gara in cui le qualità degli avversari emergono. Poi ci sono interrogativi dinnanzi ai quali si impallidisce: perché intorno al possesso palla (stavolta «appena il 55%, dopo un tempo il primo, con il 60%) e tutte quelle «diavolerie», le statistiche, fotografano il calcio in ogni suo dettaglio. Ci si chiederà, come da secoli, quanto possano incidere gli allenatori: forse la soglia del 20% ormai è abbattuta, con Sarri s’è alzata, in maniera netta, indiscutibile.
JORGINHO – E’ stata una partita, un’altra, in cui i singoli sono stati soffocati dalla coralità del gruppo ed è stata una Roma-Napoli in cui i problemi altrui sono stati, ad occhio nudo, esaltati dalla organizzazione altrui. Quella che, secondo Jorginho, ha «messo in difficoltà la Roma, una grossa squadra, che a me non è parsa sotto tono. Direi che siamo stati noi a proibirgli di giocare nel primo tempo». Il resto, nella ripresa, rientra nelle dinamiche del calcio, con la Roma che si ripresenta, lascia impronte sui pali, e comunque fa sentire la propria presenza: ma è stato il «primo» Napoli, quello che in quarantacinque minuti s’è preso la partita, che ha impressionato Jorginho, entusiasta all’intervallo dell’1-0 e (chiaramente) ancor di più dopo. «Siamo stati capaci di imporre il nostro ritmo alla Roma, per una fase. Ed abbiamo confermato il nostro momento di forma: stiamo facendo bene, molto bene».
MERCATO – Ma mentre il pallone corre, il mercato si muove, nella penombra: al Napoli piacciono una serie di portieri – Rulli ad esempio ma anche Ounana dell’Ajax – e poi adesso, in prospettiva, con il contratto di Maggio in scadenza, andrà inseguito anche una alternativa di Hysaj a destra. Nel taccuino di Giuntoli è entrato Diogo Dalot (18 anni) del Porto, per arrivare al quale ci sarà da sfidare un bel po’ di antagoniste di primo piano, la Juventus tra queste: sempre loro, in campo e anche fuori.
VERSO MANCHESTER – Rientro nella notte (ovviamente) e poi buon giorno a Castel Volturno, per cominciare a pensare al Manchester, che è ormai sull’uscio, ad ipotesi di turn-over: però è dura pensare di rinunciare a questo Napoli. Altrimenti va a finire che qualcuno si chieda: ma perché?