Garcia smonta, rimonta, sposta e rimette in piedi la partita, ma ancora non ritrova la propria Roma. La squadra giallorossa ha vissuto un primo tempo in apnea. La pressione altissima della Fiorentina ha messo in difficoltà la seconda della classifica, provocando un gol e 45 minuti di grande difficoltà. Montella ha cominciato con una sola punta e con Cuadrado in appoggio, libero di muoversi in orizzontale, per poi accelerare, soprattutto a destra. Lì il colombiano ha trovato la collaborazione di Joaquin e in certi casi anche di Tomovic. L’impostazione non ha svuotato l’area, perché a inserirsi ci hanno pensato Borja Valero, Mati Fernandez e l’esterno (Pasqual se si crossava da destra, Joaquin se si crossava da sinistra). Più Pizarro che accorciava sulle seconde palle: i 12 recuperi del cileno parlano chiaro.
LE IDEE DI TOTTI Già a metà primo tempo, Garcia ha provato a risistemare le pedine con De Rossi più arretrato e i rientri di Iturbe e Ljajic, per cercare di addensare la metà campo. Ma è quando la Fiorentina ha allentato la pressione che gli effetti si sono visti. Nel nuovo 4-3-1-2 disegnato da Garcia, Totti si è abbassato spessissimo per operare nella fabbrica delle idee con Pjanic (e avvicinandosi a Ljajic, deputato al ruolo di trequartista). Con un po’ più di libertà, Totti ha potuto disegnare passaggi più precisi (12 sbagliati su 44, ma molti nel primo tempo), avviando il gol e poi mettendo Iturbe davanti a Tatarusanu. I dribbling del numero 7 e del 17 viola, Joaquin, sono stati un’altra chiave della partita. Joaquin ne ha tentati 6, con 4 riusciti (7 su 14 ok di squadra); Iturbe addirittura ha provato il dribbling 11 volte, con 6 giusti (ma 11 su 16 sbagliati di squadra).
NAINGGOLAN A DUE FASI Alla Roma non è bastato per vincere la partita. L’uscita di Totti ha un po’ spento la luce del gioco, anche perché nel passaggio al 4-2- 3-1 con Destro centravanti Pjanic è avanzato e Nainggolan si è piazzato più dietro, a fianco di De Rossi. Ma fino a quel momento era stato proprio il belga il centrocampista più dinamico del trio giallorosso, con un impressionante 95,5% di precisione nel passaggio e la capacità di lottare in mezzo (2 contrasti vinti su 2) e inserirsi in area avversaria (ben 5 tiri complessivi e 3 dribbling positivi su 3).
La Gazzetta dello Sport – A. Frosio