Manuel Iturbe, attaccante del club messicano Pumas ed ex giocatore della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo Marca. Le parole del paraguaiano:
Sette gol in tredici partite: avevi bisogno di un inizio così.
Quando è iniziata la stagione mi sono riproposto di lavorare ed essere positivo, di mettermi alle spalle infortuni e cattivi pensieri. Volevo prendermi il posto e dimostrare la mia forza perché ora sto bene, ed è la prima volta da quando sono qui. Questa per me è una grande motivazione e sta dando i suoi frutti. Mi sento supportato dai miei compagni, sanno quello che posso dare alla squadra e mi hanno dato molta fiducia.
Sull’infortunio ai legamenti del ginocchio.
Dico sempre che è grazie a mia figlia che sono stato capace di superare velocemente l’infortunio. Inconsapevolmente mi ha aiutato molto, quando è successo lei aveva 4 mesi e ho potuto addirittura ‘ringraziare’ quella situazione. Mi ha dato tanta forza ed è stato tutto molto meno difficile.
Porto, Roma, Bournemouth e altre: guardando la tua parabola sembra che tu sia nel calcio da più di 15 anni ma non è così. Come spieghi la tua carriera?
Quando rivedo la mia carriera mi sento un privilegiato, quando cadi in verità è motivo d’orgoglio. È vero che probabilmente in alcune decisioni mi sono affrettato, ma in quello che ho fatto ho avuto sempre la fortuna di scegliere dove giocare. In ogni club in cui sono stato sono arrivato a pensare che fosse la migliore decisione, sono state tutte esperienze che mi hanno lasciato molti insegnamenti. Chiaramente salvo la Roma, una grande squadra dove ho trascorso tre anni e, nonostante i bei momenti, ho lasciato in un momento in cui ho capito che avevo bisogno di cambiare aria. Ora sono in una squadra molto importante in Messico e voglio fare bene.
Tornare in Europa è un tuo obiettivo?
La verità è che vorrei tornare in Europa un giorno, se ci sarà la possibilità la prenderei in considerazione. Anche se adesso sto bene al Pumas e questo fa parte del mio presente, dico sempre che devo vivere il presente. So anche che, se faccio bene al Pumas, ci saranno più possibilità di tornare.
Sulla nazionale: ti hanno contattato?
Ad oggi non ho molti contatti, anche con il nuovo allenatore. Ovviamente vorrei far parte della nazionale e giocare la Copa America, dare il mio contributo anche considerando che il Paraguay sta vivendo un processo di rinnovamente. So che dipenderà principalmente da me, se farò bene ci sarà la possibilità.
Torneresti al River Plate?
Al River ho vissuto il mio periodo migliore, è un grande club. Ho bei ricordi, sono andato via nel 2013, poco prima che arrivasse Gallardo. Giocare nel calcio argentino per me è difficile in tutti i sensi oggi, ma senza dubbio se ci sarà la possibilità in futuro mi piacerebbe. Ma come ho detto bisogna dare tutto per far sì che accada.
Se dovessi scegliere di andare in un importante club europei e tornare al River, cosa diresti?
E’ una domanda molto, molto difficile a cui rispondere (ride, ndr). In questi casi mi appello al presente, la realtà è che mi sento ancora molto giovane e ho tanto da dare. Sono in un club che mi ha dato fiducia, ha scommesso su di me e ora è tempo di ripagare tutto sul campo.