Italia-Svezia, De Rossi lascia la Nazionale: “Ho tolto la maglia per l’ultima volta. E’ un momento nero per il nostro calcio”

Daniele De Rossi non nasconde l’amarezza per l’eliminazione dell’Italia al playoff contro la Svezia e il mancato accesso al mondiale di Russia 2018. Queste le sue parole a Rai Sport:

Quali sono i pensieri?
E’ un momento nero per il nostro calcio e nerissimo per noi calciatori che abbiamo fatto parte di questo biennio. C’è poco da dire, c’è tempo per analizzare. La Federazione ha il compito di ripartire da una delusione così. Posso dire che si riparte dallo spirito che i miei compagni hanno messo oggi, dalla voglia di continuare, che ci ha spinto in questi anni. Siamo ripartiti da altre delusioni, questa è parecchio forte, ma al di là di tutto non meritavamo di uscire per quello che abbiamo visto. Complimenti a loro, c’è da lavorare, ci sono tanti giocatori giovani che devono spiccare il volo. Si deve ripartire da loro.

Hai diviso tanti momento con Buffon e Barzagli, che vi siete detti?
E’ stato un momento quasi assurdo per una partita di calcio. C’era un’atmosfera funebre, i percorsi segnano le nostre vite. Io sono, tra le varie Nazionali, 16 anni che giro il mondo con questa maglia addosso. Pensare che è l’ultima volta che l’ho tolta è molto doloroso. E’ una mia parentesi che finisce, ma sono orgoglioso. L’Italia lavorerà sui vivai e si ripartirà molto bene.

Cos’è successo quando dovevi entrare?
Abbiamo l’abitudine di fare il riscaldamento tre alla volta. Ho detto che dovevamo vincere e di mandare gli attaccanti, avevo Insigne lì vicino. Non ce l’avevo col professore, poi mi sono scaldato. Era giusto un discorso tattico, ma non sta a me dirlo. Se ho offeso qualcuno chiedo scusa. Voglio sempre giocare, ma lì per lì volevo passare.

De Rossi ha poi parlato anche a Sky Sport. Queste le sue parole:

E’ finita male…
E’ finito malamente questo biennio. Il risultato fa male, soprattutto a noi che teniamo a questa maglia. E’ finito il corso dei vecchietti ma era nell’aria, speravo che finisse tra qualche mese. Avevo già parlato con parecchi di loro e avrei voluto smettere dopo l’europeo nel 2016, per il discorso che mi piace smettere lasciando un buon ricordo. Ho amato questa squadra e questa maglia, come l’altra che indosso. Ho avuto due pelli tatuate addosso e abbandonarne una mi fa molto male. Sapere che non vedrò più gente con cui ho condiviso spogliatoio, risate e lacrime mi fa male. E’ un giorno triste per me, per il risultato. Le carriere e i percorsi finiscono, è giusto prenderne atto.

Di chi è la responsabilità?
Non è oggi il momento di parlare delle colpe dei singoli. Se guardiamo lepartite, non abbiamo fatto benissimo nel primo tempo lì a Solna, negli altri tre tempi abbiamo ampiamente meritato. Il passaggio del turno lo avremmo ampiamente meritato, adesso è ridicolo parlare di questo. L’Italia è una squadra che può e deve passare al di là della barricata che loro giustamente hanno fatto.

C’era confusione in panchina?
Se qualcuno si è offeso chiedo scusa, è stato un momento e giorni concitati. In panchina si è vissuta come se fossimo stati anche noi in campo. Sono cose che in panchina e negli spogliatoi, soprattutto quelli anziani come me dicono. Sarei voluto entrare ma in quel momento pensavo che sarebbero stati meglio El Shaarawy o Insigne, gente che poi ha messo, non devo consigliargli niente è stato solo uno scambio. Poi c’era la telecamera puntata ma non è successo niente.

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