Il Messaggero (A. Angeloni) – Tre milioni da incassare, punti per il ranking e una brutta figura da evitare. L’amichevole contro la Turchia a Konya dimentica il presente e si proietta nel futuro. E Mancini, nel bene e nel male, è ancora il direttore d’orchestra. A lui viene chiesto di ricostruire, una ripartenza in grande stile. Quello stile che è mancato a Palermo, anche per come gli azzurri hanno lasciato lo spogliatoio: sporco, in pessime condizioni. Per la seconda volta.
I club di serie A si sono messi di traverso, questo Turchia-Italia è un intralcio: hanno provato a recuperare qualche giocatore, in questo momento storico più utile per la prossima giornata di campionato (c’è Juve-Inter) che non per la Nazionale.
C’è chi, per problemi fisici, ha dovuto abbandonare la barca nei giorni scorsi (vedi Mancini e Berardi, oltre, appunto, all’italo brasiliano della Lazio), ma chi ha pensato di evitarsi lo scomodo viaggio non ha mostrato grande stile o senso di appartenenza in un momento delicato per la Nazionale. Un comportamento che ha fatto male alla Nazionale e che né Figc né il tecnico sono riusciti a evitare o lo hanno fatto solo in parte.
Il ct Mancini raccoglie i cocci e punta su quei senatori che ancora sono al suo fianco, vedi Chiellini e Bonucci, in più ci sono i giovani che dovranno mettersi sulle spalle il peso della maglia della Nazionale. Domani toccherà a loro.
Mancio, lo ha detto lui stesso, deve pensare al futuro, a mettere le nuove basi: riparte da un attacco nuovo, Immobile e Insigne ultimamente non sono stati all’altezza e forse è stato un errore insisterci troppo.
Al tecnico è mancato Chiesa, che solo parzialmente è stato rimpiazzato da Berardi, che ieri, con un post, si è scusato per l’errore del Barbera. Scamacca è il dopo Ciro, domani, al centro dell’attacco ci sarà il bomber del Sassuolo, 13 gol in campionato.
Mancini darà una chance anche a Zaniolo, convocato non partecipante fino a questo momento. Nicolò, talento cristallino, in azzurro fino a ora ha sempre faticato, un po’ per mancanza di opportunità, un po’ per qualche atteggiamento poco gradito dall’allenatore. Ma ora tutto è azzerato, dovrà cogliere l’occasione e dimostrare forza nonostante questa partita non abbia significato.
A sinistra, Raspadori (o Pellegrini), che in questi mesi dovranno studiare da vice Insigne, ormai con la testa in Canada. Anche il centrocampo ha perso i pezzi, Jorginho e Verratti saranno sostituiti da Cristante, l’uomo buono per tutte le gestioni, più Tonali e Pessina, e tutti e tre, chi con un ruolo più centrale, chi con uno più marginale, saranno presenti nella nuova Italia post disastro.