Isteria Roma: quanti rossi, ma il club sta con José

Il Messaggero (S. Carina)“Alessio, devi fare il giro largo”. “Non me ne frega nulla, io passo dove mi pare”. È questo scambio di battute tra un addetto della Lazio e Alessio Romagnoli a dare il via all’acceso post-derby di domenica. Così, prima Milinkovic, poi Luis Alberto, ma soprattutto Romagnoli hanno deciso di passare volutamente davanti allo spogliatoio romanista. Cosa che è stata letta dai giallorossi come una provocazione. Da qui lo scambio di battute con Mancini:“Alè, ma fai il serio, anche io ho vinto un derby, ma mica ho fatto tutto sto casino. La smetti di fare il fenomeno?”, il tutto condito con espressioni a contorno non certo da educande. Alle quali il difensore laziale ha replicato. Solo in un secondo momento è arrivato il presidente Lotito che ha provato a sedare il battibecco, aprendone un altro con Mourinho.

Non ci sarà invece necessità dell’apertura di un’inchiesta federale: la dinamica dell’accaduto è stata già relazionata al Procuratore Giuseppe Chiné. Non passa tuttavia inosservato come la strategia della tensione voluta da Mou (della serie: noi contro tutti) presenti il conto, mostrando anche l’altra faccia della medaglia. I Friedkin osservano. Di quanto accaduto domenica sono stati messi al corrente e sono vicini al loro allenatore. Ne è conferma la levata di scudi del loro dirigente di riferimento, Pinto, che ha difeso José con il presidente Lotito: “Non parlare così al nostro allenatore”. Segnali chiari di vicinanza. Presto per dire di un futuro dello Special ancora nella Capitale. Ma abbastanza per essere certi che il gelo che era calato a febbraio sia ora meno pungente. Inutile girarci intorno: la qualificazione alla prossima Champions sarà dirimente.

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