Il Tempo – La bella addormentata e il principe imbufalito

Sarà per clima di buonismo che aleggia nell’aria mentre aspettiamo Babbo Natale, o perché le favole sotto le Feste assumono contorni diversi e diventano quasi credibili… Oppure perché nel mondo del calcio ormai abbiamo visto di tutto: gente cacciata che rientra dalla finestra, fenomeni del passato pronti a giocarsi tutto per un piatto di lenticchie o dirigenti che dopo anni di soprusi, pressioni e magheggi, scoprono di non aver rappresentato nessun altro se non loro stessi. Scopriamo così, direttamente da Radio Deejay, l’insospettabile verità sulle vicende giallorosse degli ultimi anni. Scopriamo che la Roma gestita da Rosella Sensi non era affatto una società sull’orlo del fallimento(o come dicono gli economisti «tecnicamente» già fallita).

Anzi c’è sorpresa e rammarico, da parte dell’ex presidente, per come l’ambiente ha reagito, per la presa di posizione a favore degli americani di una piazza che aveva capito tutto da tempo. Ora, nulla da ridire sulle capacità insospettabili di riciclarsi nel mondo che conta della primogenita del mitico Franco (i soliti amici degli amici…), ma addirittura voler far credere che Gesù Cristo sia morto di freddo, forse è un po’ troppo. Dire di aver «lasciato una società in salute» è un po’ troppo per stessa ammissione degli scudieri rimasti a Trigoria a far di conto. A parlare per la Roma sono i bilanci nelle mani di Unicredit che ha dovuto trovare un acquirente credibile per evitare che il club fallisse con tutto il suo blasone. Per non parlare di quello che DiBenedetto & Co. hanno trovato: un disastro ovunque.

Ma è il passato e la dignità dice di andare al presente. C’è una squadra che fatica a trovare la sua identità, un tecnico sulla graticola, una piazza di nuovo in fermento e il futuro di qualche pezzo da novanta tutto da definire. Insolita la smentita arrivata ieri sul fronte De Rossi in merito a un’intervista d’Oltremanica. La Roma prima dice che è datata, poi la smentisce, sintomo che qualcosa non torna. Così come non torna il nervosismo del principe giallorosso fin troppo stressato dalle voci che si rincorrono nella Capitale. Perché non firma l’offerta sontuosa che sfiora i sei milioni a stagione? Ma siamo sicuri che ognuno stia svolgendo il suo ruolo? Il dubbio a questo punto è quantomeno, lecito

Il Tempo – Tiziano Carmellini

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