Sergio SANTARINI, ex giocatore della ROMA negli anni 70′, è intervenuto ai microfoni dell’emittente radiofonica Centro Suono Sport.
Protagonista del primo esperimento di difesa a zona con Liedholm, come hai vissuto questo nuovo sistema di gioco? Inizialmente il mio ruolo era quello di libero, in seguito io e Turone siamo stati impiegati per la prima volta nella difesa a zona, migliorata nel corso del tempo grazie all’esperienza. Liedholm inoltre era in grado di usufruire del giusto mix tra giovani ed esperti, portando la Roma al grande traguardo dello scudetto e della finale di Champions League.
Da campione quali sono state le tue principali gioie e i tuoi dolori? La gioia più grande è stata quella di aver indossato questa splendida maglia per ben 13 stagioni, mentre il dolore principale è stato quello di essere ceduto al Como e la conseguente assenza nella vittoria dello scudetto.
In seguito sei tornato sulla panchina della Roma come vice di Carlos Bianchi, come hai vissuto l’esperienza? Quello è stato forse il più grosso sbaglio della mia vita perché non andavo d’accordo quasi con nessuno nell’ambiente, tranne con il presidente, al quale consigliai l’acquisto di Tommasi. Per quanto riguarda Totti cercai in tutti i modi di convincere l’allenatore a non cederlo, viste le sue enormi doti. Fortunatamente in seguito alla fantastica prestazione del giocatore con l’Ajax, il presidente decise di bloccarlo.
Come vedi la Roma attuale? Non mi aspettavo di trovarla così brillante, sono piacevolmente sorpreso, inoltre l’impressionante somiglianza di Garcia con il giustiziere della notte Charles Bronson può solo che essere di buon auspicio!