AsRomaMatchProgram (T. Riccardi) – Gli ottavi di finale di Europa League vedono di fronte al Franchi due squadre che si conoscono a memoria, Fiorentina e Roma: “Per questo non sarà una partita né facile né scontata“, dice Angelo Di Livio, cresciuto nelle giovanili giallorosse che ha vestito la maglia viola per sei anni. Questa la sua intervista:
Il suo legame con la Roma è molto più forte di quello che dice il suo curriculum. Cosa la lega a questi colori?
“Ho cominciato a giocare nelle giovanili giallorosse e avevo due sogni nel cassetto: diventare calciatore e vestire la maglia giallorossa. Il primo lo ho realizzato, il secondo purtroppo no. Non ho mai nascosto la mia fede giallorossa in tutta la mia carriera, anche quando sono stato alla Juventus”.
Come è avvenuto il suo passaggio in bianconero?
“Dopo aver giocato in Primavera della Roma, con cui ho vinto il Torneo di Viareggio, sono andato a farmi le ossa in varie squadre di C. Al Padova credo sia stata la mia stagione di lancio, giocavamo in Serie B e abbiamo avuto una buona visibilità. Poi sono andato alla Juventus, sei anni di grandi soddisfazioni dove ho imparato in prima persona cosa significhi vestire quella maglia. La Juve è una scuola di vita a 360°, sai che devi dare sempre più di quello che hai, altrimenti sei fuori”.
Eppure, qualcuno pochi giorni fa diceva di voler togliere la sua stella dallo Juventus Stadium.
“Come ho già detto, non ho mai nascosto di fare il tifo per la Roma e anche quando ero a Torino e i tifosi lo hanno rispettato. Sono stato sempre sincero e non ho mai pensato di offendere la Juventus, che mi ha dato tanto. Mi dispiace, sono state mal riportate da un sito le mie parole in radio”.
Oltre alla Juventus, sei anni a Firenze molto particolari.
“Sì, la storia che mi lega alla Fiorentina è particolare. Sono arrivato chiamato da Trapattoni per giocare la Champions League e abbiamo vinto una Coppa Italia. Poi è accaduto quello che sanno tutti, ma la rinascita dalla C2 alla serie A è stata pazzesca. Ci seguivano in tanti. È stata una bella storia. Sono entrato nel cuore dei tifosi e ogni volta che li incontro mi manifestano sempre il loro affetto”.
Era in campo anche nella finale di Supercoppa all’Olimpico il 19 agosto 2001.
“Sì purtroppo, la Roma era fortissima e non c’è mai stata partita”.
Tornando all’attualità, quindi che gara sarà al Franchi?
“Per la Roma di Garcia credo sia il momento più difficile, ma la squadra deve ragionare sui 180 minuti e ha tutte le potenzialità per fare bene. Qualunque cosa accada c’è tempo per riprendere in mano la qualificazione”.
Meglio giocare la prima in trasferta?
“Da calciatore ho sempre preferito giocare la prima fuori casa. Poi un gol in trasferta avrebbe un peso importantissimo…”.
Che ambiente ci sarà al Franchi?
“Conosco bene l’ambiente che si creerà allo stadio a Firenze, di sera. Sarà una vera bolgia, ma la Roma non deve farsi influenzare. Sarà una gara tattica, molto ragionata tra due formazioni che si conoscono a memoria”.
La Roma è chiamata a dare un segnale forte…
“È una squadra costruita con intelligenza, un gruppo strutturato per vincere. Sta ai giocatori cercare di fare sempre più gruppo e tirare fuori la personalità. Credo il segreto sia affrontare partita dopo partita, impegnandosi con tutte le forze”.
La Fiorentina come sta in questo momento?
“Sconfitta contro la Lazio a parte, la squadra viola è un bel giocattolo. Purtroppo vedremo una Fiorentina un po’ più arrabbiata che vorrà subito riprendere la striscia positiva dell’ultimo periodo”.
Un giudizio sui due allenatori?
“Garcia mi piace moltissimo. Nel valutare il suo operato bisogna necessariamente partire dalla situazione in cui era la squadra quando è arrivato. Ha fatto un lavoro egregio e mi aspetto ancora molto da lui, il suo essere psicologo sarà determinante nei prossimi mesi”.
E Montella?
“Uno dei migliori tecnici del calcio italiano”.
Dove arriverà questa Roma?
“Deve riprendersi. E difendere il secondo posto in campionato, oltre che cercare di andare più lontano possibile in Europa League. Ha la possibilità nella doppia gara contro la Fiorentina di provare a passare il turno. La flessione di un mese ci sta, il calo di forma in una stagione è fisiologico, il tutto aggravato da moltissimi infortuni, ma è il momento di riprendere il cammino di inizio campionato”.