Dopo il derby Lecce-Bari con l’autogol volontario di Masiello, c’è un altro derby su cui gli inquirenti di Cremona hanno dubbi pesanti: Genoa-Sampdoria 2-1 dell’8 maggio 2011. La sfida tra rossoblù e blucerchiati è stata una di quelle (inedite) sulle quali il gip Salvini e il pm Di Martino hanno chiesto chiarimenti a Omar Milanetto, il primo degli interrogati ieri pomeriggio. Il clou a fine serata con Stefano Mauri, il centrocampista della Lazio che ha negato qualsiasi condotta illecita. Come l’ex genoano. Gli inquirenti da oggi inizieranno a verificare le loro affermazioni e valuteranno le richieste di scarcerazione presentate dai collegi difensivi dei due giocatori. Probabile che una risposta arrivi solo la prossima settimana, mentre Acerbis e Turati potrebbero uscire nelle prossime ore.
MILANETTO – «Non ha mai truccato una partita – ha detto con decisione l’avvocato Grassani, legale di Milanetto – ed è convinto che dimostrerà di essere completamente estraneo alla vicenda. La sua detenzione è assolutamente ingiustificata e speriamo che sia revocata presto». Grassani ha spiegato che l’incontro di Milanetto con Sergio Altic, attualmente in carcere per questioni di droga, era volto a ricucire lo strappo con la tifoseria rossoblù dopo il derby e le offese del centrocampista alla curva (Altic è un capo ultras più moderato), ha precisato che l’incontro con Mauri a Modena del 25 maggio era dovuto a una cena benefica di ex giocatori del Modena alla quale avevano partecipato anche Pavan e Dalla Mano. Grassani ha prodotto una relazione di 69 pagine nella quale tramite ricevute del telepass e altri accertamenti ha dimostrato che Milanetto non era presente all’incontro nell’hotel milanese in zona corso Como, dove i protagonisti della presunta combine per Lazio-Genoa avrebbero saldato i conti. «La sua versione di due ore è stata ritenuta credibile e l’incongruenza dell’incontro è stata rilevata anche dal gip», ha concluso Grassani. La prossima settimana Milanetto sarà sentito dal pm Di Martino che ha definito la prima deposizione « non particolarmente brillante».
MAURI NEGA – Il centrocampista della Lazio è uscito dal blindato della polizia penitenziaria a metà pomeriggio, indossando una felpa nera con cappuccio e occhiali da sole per non farsi riconoscere. E’ stato ascoltato per ultimo e, letta con attenzione l’ordinanza in carcere, non ha fatto nessuna ammissione. «Perché non aveva niente da ammettere» hanno spiegato gli avvocati Buceti e Melandri. Le domande si sono concentrate in particolar modo sulla conoscenza del biancoceleste con Ilievsky ( «Non lo conosco e non l’ho mai frequentato» la replica di Mauri) e sulla scheda telefonica intestata a Samantha Romano, fidanzata di Luca Aureli (gestore dell’agenzia di scommesse romana Gold Bet), in suo possesso. «Ha dato la sua versione che adesso sarà oggetto di riscontro da parte degli inquirenti» l’unica frase strappata ai legali. La prima sensazione nel Palazzo di Giustizia di Cremona è che, in assenza dei testi degli sms e del contenuto delle telefonate, la spiegazione di Mauri sia poco credibile, un po’… «appiccicata» , ma le certezze arriveranno solo dopo nuovi controlli. Chiaramente confermati i contatti con l’amico Zamperini, ma tutti di natura lecita. Anzi Mauri si sarebbe molto meravigliato quando, a Miami per curarsi dopo un infortunio, lo scorso dicembre aveva saputo dell’arresto dell’amico. (…)
Corriere dello Sport – Andrea Ramazzotti