La Gazzetta dello Sport (S.Cieri) – Dopo giorni di valutazioni la Lazio ha deciso: curva Sud aperta, anche per gli abbonati della Nord, per Lazio Udinese di domenica all’Olimpico. La scelta è stata ufficializzata ieri pomeriggio attraverso due comunicati. Con i quali si spiegano solo gli aspetti tecnici. Nel primo si conferma che la curva Sud sarà aperta, nel secondo che gli abbonati di curva Nord (circa 1.300), che non potranno accedere nel loro settore essendo squalificato, avranno diritto ad acquistare un biglietto in curva Sud con il sovrapprezzo di 8 euro (per spese fiscali) e con lo stesso prezzo si può comprare pure il tagliando dei distinti.
LE RAGIONI – Sulle ragioni della decisione la società fa sapere, non ufficialmente, che si tratta di atti non solo leciti, ma addirittura dovuti. L’apertura della Sud non è un evento straordinario. Nelle partite interne della Lazio viene solitamente tenuta chiusa perché le richieste di biglietti per quel settore sono basse. Ma ogni volta che, in prevendita, le domande sono state superiori alla norma il settore è stato aperto. Così è avvenuto col Cagliari, così accadrà con l’Udinese. Oltre che lecito, spiegano da Formello, è un atto dovuto. Non si può impedire l’ingresso a una persona che voglia assistere a uno spettacolo chiudendo un settore senza che ci sia un provvedimento ad hoc (e quello riguarda solo la curva Nord). Questione abbonati, la più spinosa. Anche qui, secondo il club romano, l’atto è lecito e dovuto. C’è una sentenza del Tribunale di Roma del marzo 2017 che ha obbligato la Roma a risarcire un abbonato di curva Sud che aveva fatto ricorso per non aver potuto assistere a tre partite della Roma nel campionato 2013-14. La curva Sud giallorossa era stata squalificata per tre giornate per cori di discriminazione territoriale degli ultrà romanisti. Questa sentenza, dicono a Formello, fa giurisprudenza e obbliga le società a trovare, per gli abbonati il cui settore sia chiuso, un altro in cui accedere.
IL CASO AFFINE DI VERONA – C’è un precedente, anche se il caso, pur affine, non è identico. Riguarda il Verona. Al termine dello scorso campionato di B la curva Sud del Bentegodi fu squalificata per due turni a causa dei cori razzisti degli ultrà veronesi in Verona-Vicenza del 1° maggio. La squalifica è stata scontata al l’inizio di questa stagione, la prima giornata nella gara di Coppa Italia con l’Avellino, la seconda in quella di campionato col Napoli. Nella partita di coppa non c’erano abbonati, in quella di campionato gli abbonati della curva sud sono stati fatti entrare in un altro settore (tribuna superiore est). La società veronese non si è però appellata alla sentenza del Tribunale di Roma del marzo 2017, ma al fatto che, trattandosi di nuova stagione, gli abbonati non erano gli stessi.
IL DEFERIMENTO – Dal punto di vista formale la decisione della Lazio è dunque corretta. Resta l’aspetto «morale». Dopo il clamore suscitato dagli adesivi raffiguranti Anna Frank con la maglia della Roma, sistemati sulle barriere divisorie della Sud durante il match col Cagliari, si pensava a un epilogo diverso. Ma la Procura federale non si è ancora pronunciata. I deferimenti per slealtà sportiva nei confronti di Lotito e del club scatteranno solo la prossima settimana. Il Procuratore federale Pecoraro ha concesso fino a lunedì per le memorie difensive della Lazio. Che è si cura di essere in regola. Quanto alla Federcalcio, è intervenuto direttamente il presidente Carlo Tavecchio: «I fatti sono stati sottoposti all’attenzione della Procura federale per valutare gli aspetti di eventuale rilevanza disciplinare. Nel contempo ribadiamo che questioni di ordine pubblico sono estranei all’ambito della Figc». Si va verso una battaglia legale dagli esiti difficilmente prevedibili.