Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – Forse il momento migliore della sua carriera, Paulo Fonseca si è imposto in Portogallo e ha vinto tanto in Ucraina, ma la Roma da ottobre è una meravigliosa creatura che ha saputo far ripartire dopo un anno di alti e bassi. Domani la squadra giallorossa va all’esame del Napoli, dove ha perso l’ultima partita sul campo. Questa partita può valere tanto nel cammino giallorosso. Fonseca ha mantenuto il suo aplomb quando è stato messo in discussione, quando all’inizio della stagione la sua panchina ha vacillato. Oggi ha ripreso più forza e la sua conferma è legata alla qualificazione in Champions League. L’allenatore ha raccontato i suoi progressi al programma “Quarantena da Bola”: “Non c’è nessun club in cui non mi sia sentito bene, ho sempre creato rapporti eccellenti dove ho lavorato. La mia evoluzione è stata naturale, ciò che sono oggi è frutto delle esperienze che ho avuto in passato. Non sono l’allenatore che ero prima, e ne sono orgoglioso. Non sono neanche l’allenatore che ero l’anno scorso, mi sono evoluto soprattutto a livello tattico: questi anni in Italia sono stati un’esperienza di grande apprendimento. Sono sempre ossessionato dal possesso palla, qui ho imparato ad apprezzare altri momenti come la transizione offensiva. Dobbiamo renderci conto che se siamo chiusi nelle nostre convinzioni diventa difficile adattarci a contesti complessi come quello italiano“. Da quando è in Italia Fonseca si è evoluto tatticamente: “Risulta difficile definire il nostro modello di gioco, è sempre in costante evoluzione. Non posso dire che a Roma ho idealizzato un modello di gioco. Quello che avevo in testa quando sono arrivato è molto distante da quello che siamo oggi“. Ora con l’arrivo di Tiago Pinto avrà un connazionale al suo fianco: “Non ho avuto ancora il privilegio di parlare con lui, ma sono contento“.