Il Tempo (A. Austini) – Di male in peggio. La Roma invece di rialzarsi affonda. Dopo le quattro sberle di Udine arriva la seconda sconfitta di fila in casa del modesto Ludogorets che complica subito la corsa europea. Contando le occasioni il ko è immeritato, ma il modo in cui arriva preoccupa. Perché sembrano essere scomparsi all’improvviso il carattere e la solidità trasmessi alla squadra da Mourinho.
Quattro i cambi rispetto all’Udinese: Svilar in porta, Celik e Zalewski sugli esterni, Belotti al centro dell’attacco, mentre in mediana il portoghese conferma la coppia Matic-Cristante. Che va piano e non lega con l’attacco. Su un campo inguardabile, la Roma batte il primo corner ma parte come se fosse ancora tramortita e rischia di prendere gol dopo 3 minuti.
I giallorossi si riassestano pian piano e prendono in mano la partita, invocando invano un rigore che poteva starci per fallo su Pellegrini. La manovra, però, è lenta, gli unici strappi in velocità sono di uno Zalewski poco ispirato, Dybala prova a sfruttare la sua tecnica nonostante il terreno non lo favorisca, Belotti è poco più di una comparsa, così il solo tiro in mezzora è un sinistro centrale di Pellegrini.
Nella ripresa Dybala manda subito in porta Pellegrini che, solissimo davanti al portiere, alza troppo il pallonetto. Uno dei tanti errori di sufficienza dei giallorossi. Quando la Roma dovrebbe produrre il massimo sforzo per vincerla, finisce per prendere un gol inaccettabile: Cauly entra con facilità in area e infila Svilar, sfruttando la dormita di Smalling e Cristante. Per un soffio non arriva subito il raddoppio del Ludogorets. Mourinho deve correre ai ripari e si affida di nuovo ai giovani, come ha fatto spesso nei momenti di difficoltà lo scorso anno.
Stavolta butta nella mischia Bove e Volpato insieme a Camara, si passa al 4-2-3-1. Pellegrini due volte e Camara sfiora il pareggio, a segnarlo è Shomurodov di testa su cross del capitano.
A quel punto ti aspetti la voglia di vincere e invece la Roma prende un’altra bambola e torna subito sotto: come in occasione del primo gol, è davvero troppo facile per Nonato calciare in porta.
L’arbitro nega un altro rigore per un intervento stavolta abbastanza netto netto su Dybala, non c’è più tempo per riprenderla e la Roma torna a mani vuote dalla Bulgaria.